Coronavirus, bimbi meno contagiosi: i dati dello studio

Una recente ricerca scientifica, commissionata dalla Corea del Sud, ha evidenziato come i bambini fino a 9 anni trasmettono di meno il covid-19, una buona notizia che però necessita sicuramente approfondimenti epidemiologici e spiegazioni.

I dati rilevati dalla ricerca della Corea del Sud

Durante i mesi di pandemia da coronavirus, molti scienziati avevano già affermato che i bambini sono meno contagiosi e che i casi di covid-19 tra neonati e bambini fino a 10 anni siano molto rari. La nuova ricerca della Corea del Sud ha confermato questa ipotesi: i bambini da 0 a 9 anni trasmettono il virus il 50% in meno rispetto agli adulti.

La ricerca condotta dal team del Korea Center for Disease Control and Prevention di Cheongju, analizzando i dati segnalati in migliaia di casi, ha rilevato che il tasso di infezione nelle famiglie per i bambini al di sotto dei nove anni è pari al 5,3%, mentre sale al 18,3% quando nei nuclei familiari sono presenti bambini più grandi.

Questa notizia sembrerebbe andare d’accordo con la riapertura delle scuole dell’infanzia e della primaria, tuttavia gli scienziati avvertono ancora sull’importanza del distanziamento. Infatti secondo il team scientifico, questo risultato è stato influenzato nettamente dalla chiusura delle scuole, come strategia di mitigazione.

Nonostante la buona notizia, la ricerca quindi conferma la contagiosità dei bambini di età superiore ai 10 anni, con lo stesso tasso di infezione degli adulti, di conseguenza è molto più importante proteggere questa fascia di età.

Perché i bambini trasmettono il virus il 50% in meno degli adulti ?

Gli esperti hanno confermato il dato di minore contagiosità dei bambini, ma non sono ancora chiare le cause di questo fenomeno. La comunità scientifica mondiale, seppur non abbia trovato ancora nessuna conferma ha elaborato una teoria: i bambini sono meno contagiosi, perché quando respirano emettono meno aria, diminuendo così la possibilità di diffondere particelle infette. Un’altra ipotesi riguarda l’altezza dei bambini: respirando più vicino al suolo, vi sono poche probabilità che le goccioline virali raggiungano altri soggetti.

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