Aumento dei casi di morbillo in Italia: più colpiti i bambini sotto i 4 anni

12 Aprile 2024 –

Negli ultimi mesi, l’Italia ha registrato un significativo aumento dei casi di morbillo, principalmente attribuibile al calo delle vaccinazioni post-Covid. Tra gennaio e marzo 2024, si sono verificati 213 casi, con una prevalenza del virus soprattutto tra i non vaccinati.

La situazione non riguarda solo l’Italia, ma tutto il mondo: si tratta di una malattia altamente contagiosa che può avere gravi complicazioni, soprattutto nei bambini piccoli e nelle persone con un sistema immunitario compromesso. La tendenza ha messo in allerta gli esperti sanitari e ha sollecitato una risposta urgente per ripristinare le coperture vaccinali.

La situazione in Italia e nel mondo

Nel periodo tra il 1° gennaio e il 31 marzo 2024, l’Italia ha visto un incremento dei casi di morbillo: 34 a gennaio, 93 a febbraio e 86 a marzo, con l’88% dei casi che ha colpito individui non vaccinati.

Le regioni più colpite sono state Lazio, Sicilia e Toscana, che insieme hanno rappresentato il 68% dei casi nazionali. Il Lazio, in particolare, ha registrato la più alta incidenza, con un picco di casi tra i bambini di età 0-4 anni e adulti tra 15-39 anni.

L’età dei bambini tra 0 e 4 anni ha mostrato la maggiore incidenza di morbillo, con 63,3 casi per milione, seguita dagli adulti tra i 15 e i 39 anni, con 28,3 casi per milione.

Complessivamente, oltre un quarto dei casi ha portato a complicazioni, con la trasmissione che ha avuto luogo prevalentemente all’interno delle famiglie.

Fonte: Epicentro Iss

Parallelamente, un trend simile è stato osservato nel resto del mondo. L’Europa e l’Asia centrale hanno visto un aumento drammatico dei casi di morbillo a seguito di una riduzione dei tassi di vaccinazione, come riportato da Fatima Čengić, dell’Unicef:

Il morbillo è incredibilmente contagioso e può avere un effetto devastante sulla salute dei bambini. L’impennata dei casi di morbillo in Europa e Asia centrale è il risultato del crollo dei tassi di vaccinazione dovuto a vari fattori, come l’interruzione dei servizi sanitari, l’indebolimento dei sistemi di assistenza sanitaria primaria e l’aumento della disinformazione sulle vaccinazioni.

Nel 2023, Europa e Asia centrale hanno registrato 30.601 casi contro i 909 del 2022, segnando un incremento del 3.266 per cento. Paesi come il Kazakistan e il Kirghizistan hanno segnalato rispettivamente 69 e 58 casi per 100 mila abitanti, mentre la Romania ha affrontato un’epidemia con 9,6 casi per 100 mila abitanti.

Anche negli Stati Uniti, i casi di morbillo del 2024 hanno già superato il totale del 2023, indicando un’espansione globale del problema. Le autorità sanitarie americane stanno esortando una maggiore vigilanza e aggiornamento vaccinale, soprattutto in vista dei viaggi internazionali.

Perché il morbillo è pericoloso

Il morbillo è una malattia infettiva causata dal virus RNA del genere Morbillivirus, altamente contagiosa e diffusa globalmente. È noto per essere uno dei virus più contagiosi esistenti, con un numero di riproduzione di base tra 12 e 18, il che significa che il 90% delle persone suscettibili esposte a un individuo infetto contrae la malattia.

I soggetti colpiti sono contagiosi da 5 giorni dopo il contatto con il virus fino a circa una settimana dopo la scomparsa delle macchie caratteristiche. La trasmissione avviene per via aerea, attraverso le goccioline respiratorie emesse da tosse o starnuti, o tramite il contatto con superfici contaminate.

Prima dell’introduzione del vaccino negli anni ’60, le epidemie di morbillo causavano circa 2,6 milioni di morti all’anno. Nonostante la riduzione della mortalità grazie alla vaccinazione, nel 2022 il morbillo ha causato oltre 136.000 decessi, soprattutto tra bambini sotto i cinque anni, con un aumento di casi anche in Europa e negli USA.

Inoltre, circa il 30% dei casi sviluppa complicazioni gravi, quali encefalite, otite, polmonite, convulsioni e panencefalite sclerosante subacuta, rendendo questa malattia particolarmente pericolosa.

Leggi anche: Casi di morbillo, il post della pediatra diventa virale

Un’altra ragione della pericolosità del morbillo è il suo impatto sul sistema immunitario. Il virus causa un crollo delle difese immunitarie, soprattutto nei bambini, rendendo il sistema immunitario più vulnerabile a lungo termine ad altre malattie infettive, inclusa la polmonite. Questo indebolimento del sistema immunitario può avere conseguenze devastanti e durature.

L’importanza della vaccinazione

L’Unicef ha sollecitato un’azione urgente da parte delle nazioni di Europa e Asia Centrale a fronte della rapida diffusione del morbillo, evidenziando che circa 931mila bambini non hanno ricevuto i vaccini di routine tra il 2019 e il 2021. La diminuzione del tasso di vaccinazione, passato dal 96% nel 2019 al 93% nel 2022, ha innescato una serie di conseguenze che richiedono attenzione immediata per proteggere i bambini da questa malattia mortale.

La pandemia di COVID-19 ha giocato un ruolo significativo nella riduzione della domanda di vaccini, aggravata da disinformazione, interruzioni dei servizi sanitari e una sfiducia generale verso le campagne vaccinali. Questa situazione ha evidenziato come la vaccinazione rimanga una questione controversa anche sul piano politico, influenzando le opinioni pubbliche e le politiche sanitarie.

In Italia, dove la vaccinazione contro il morbillo è obbligatoria e gratuita per i minori fino a 16 anni, si è registrato un calo delle coperture vaccinali durante e dopo la pandemia, scendendo sotto la soglia del 95% raccomandata dall’OMS per l’eradicazione del morbillo: le coperture della prima e della seconda dose che sono scese rispettivamente al 92% e all’86%, come riportato dal Rapporto annuale sul morbillo dell’European Centre for Disease Prevention and Control.

Un altro picco di casi di morbillo si era registrato nel 2017, quando i casi registrati in Italia hanno raggiunto quota 5.397.

Fonte: Istituto Superiore di Sanità

Anche in quel caso, l’alto tasso di casi andava di pari passo con un netto calo delle vaccinazioni nei bambini al 24° mese d’età, che nel 2015 e 2016 era scesa sotto il 90% (85,99% del 2015 e 87,26, nel 2016), ma già a partire dal 2017, anche grazie all’introduzione dell’obbligo vaccinale, la percentuale era risalita, fino ad arrivare nel 2021 al 93,85%.

Fonte: Epicentro Iss

Esperti come Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali) e Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale di Milano, sottolineano l’urgenza di intensificare le campagne vaccinali e di mantenere un impegno proattivo da parte dei dipartimenti di prevenzione per contrastare questa tendenza e prevenire un’epidemia più estesa.

Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive del policlinico San Martino di Genova, ha dichiarato senza mezze misure:

È partita un’epidemia. Il peggio deve arrivare e temo che sarà a cavallo dell’estate. Mi colpisce che nessuno si preoccupi per le complicazioni: non è una malattia tranquilla e gestibile.

Il video della settimana

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *