Da donna a modalità mamma il passo è breve (ma letale)

Qualche tempo fa sentivo un mio collega che raccontava di essersi lamentato con la moglie alla quale rimproverava il fatto di essere sempre e solo in “modalità mamma”. A parte il dilagare dell’uso del gergo da smartphone, da condannare, mi sembra che effettivamente renda bene l’idea.

Sì, lo so benissimo che una volta diventati genitori lo si è per sempre, 24 ore su 24. E quindi è normale che la “modalità mamma” sia sempre attiva. Il problema è quando questa è la sola, o praticamente sempre, modalità disponibile. E non parlo, ovviamente, dei primi mesi dalla nascita di un figlio.

Per chi non si fosse ancora convinto, glielo dimostro elencando gli indizi in base ai quali una moglie o una compagna risulta sempre e solo, o troppo spesso, in “modalità mamma”.  

Nanna

Quando si avvicina l’ora della nanna voi iniziate a preparate il divano con lenzuola e coperte per far dormire vostro marito perché ormai vostro figlio è abituato a dormire nel lettone con voi.

Oppure, salutate il vostro compagno seduto sul divano per andare a dormire nel lettino con vostro figlio perché, sì, lui dorme nella cameretta ma vi vuole accanto.

Divano e telecomando

La sera il divano ed il telecomando sono proprietà di vostro figlio. Perché almeno si rilassa prima della nanna o magari si addormenta già sul divano. Banditi i canali non esplicitamente da bambini con film, notiziari o eventi sportivi. Siete ancora ferme alla quinta serie di “Don Matteo” e a Del Piero che gioca nella Nazionale Italiana.  

Pasti

Il vostro compagno ha sempre porzioni ridotte perché tanto al bambino avanza sempre qualcosa e non è bello buttare via il cibo. In particolare gli avanzi della pasta, cotta sempre più di quanto mangerà vostro figlio. Vostro marito è in surplus di carboidrati.

Oppure, quello che c’è nei piatti deve essere necessariamente uguale per tutti per evitare urla e bizze per assaggiare quello che mangiano mamma e papà.   

Dialoghi monotematici

I vostri dialoghi riguardano quasi esclusivamente l’asilo, il pediatra, la maestra, lo sport, i compagni dell’asilo, i genitori dei compagni dell’asilo. Un bollicino sulla guancia potrebbe essere il primo segno di una rara malattia tropicale arrivata in Italia per chissà quali vie. Un bisticcio all’asilo diventa occasione per analizzare il livello di socializzazione per il timore che diventi un serial-killer sociopatico? Mangia poco? Mangia troppo?    

Vostro marito potrebbe tornare dal lavoro con la camicia rotta e insanguinata o con il volante dell’auto in mano e voi gli vorreste parlare di come il bambino ha colorato fuori dagli spazi un disegno a scuola.   

Quindi un consiglio, per rimanere in ambito smartphone, cerchiamo tutti, mamme e papà, di avere almeno l’opzione dual-sim: compagno/a e figli.

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