Educare il bambino: cosa fare quando mamma e papà la pensano diversamente?

Genitori non si nasce: si diventa. E quello di educare un figlio è probabilmente uno dei mestieri più difficili al mondo, straordinariamente ricco di responsabilità.

L’influenza del genitori nel percorso di crescita del bambino è infatti pressoché totale: sin dai primi giorni di vita la relazione tra il bambino e i genitori metterà le basi per forgiare il carattere del piccolo e determinerà il suo sviluppo.

Educare al meglio il bambino è quindi un compito delicato e complesso, sicuramente da svolgere in due.

Solo con lo sforzo congiunto e con il massimo accordo tra i due partner, il bambino piò ricevere insegnamenti univoci e non confusi e avere ben chiara la strada da percorrere.

Al contrario, se i genitori sono in disaccordo e passano messaggi contrastanti al piccolo, non fanno altro che creare in lui disorientamento e problemi di comprensione, alimentando comportamenti negativi.

Eppure, è innegabile come mamma e papà siano molto diversi.

La mamma, dopo aver portato il piccolo in grembo per 9 mesi e averlo nutrito e curato con il proprio corpo, tende ad essere portata per un’educazione più sentimentale e tenera.

Il papà, invece, pur sviluppando un grande amore per il piccolo, rimane più lucido ed è determinante nel consolidare il kit di regole di famiglia. Soprattutto nelle fasi più delicate della crescita del bambino, quindi nella prima infanzia e nell’adolescenza, è il papà la figura chiave per rassicurare e guidare il bambino.

La regola chiave per un’educazione ad hoc?

Cercare di essere sempre d’accordo, non avere tentennamenti, trasferire al piccolo pochi messaggi e chiari.

E allora, anche alla luce delle loro diversità, come mettere d’accordo mamma e papà?

Con l’amore, per il piccolo, e con il rispetto reciproco.

Solo consapevoli della loro importanza nel percorso di formazione del bambino, e felici di fondersi in una sola persona, i genitori potranno svolgere al meglio il loro compito.

È importante infatti riconoscere la personalità e le inclinazioni del coniuge, senza imporre il modo univoco il propio punto di vista nell’educazione del figlio. Fondamentale è infatti non sminuire l’altra figura, ma dimostrare sempre rispetto per l’altrui punto di vista, anche quando ci si trova in disaccordo.

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