Educazione sessuale per bambini: ancora un tabù?

Parlare di educazione sessuale per i bambini, in Italia, è purtroppo ancora un tabù! Nel nostro paese il sesso è ancora legato a vecchi schemi educativi che prevedono il silenzio come risposta alle domande curiose dei bambini. Alcuni retaggi culturali, continuano a essere sostenuti dal principale organo educativo del paese: la scuola.

In Italia l’educazione sessuale e affettiva non è una materia obbligatoria a scuola, come invece si verifica in gran parte d’Europa. In Svezia, per fare un esempio, lo è dal 1955.

Il MIUR infatti, prevede, nei programmi didattici, che si parli di salute riproduttiva solo nelle ore di biologia o scienze ma non sono previste ore dedicate all’educazione sessuale.
E la salute riproduttiva viene affrontata, comunque, negli anni finali dei vari cicli scolastici. Il tutto a causa di una paura, immotivata, che dedicare delle ore all’educazione sessuale possa spingere i ragazzi ad anticipare le prime esperienze sessuali. Tesi smontata dall’OMS che, al contrario, sostiene che la conoscenza del proprio corpo e del sesso possa portare gli studenti a scelte consapevoli e a evitare conseguenze indesiderate.

Le iniziative in Europa e in Italia

Il Consiglio Europeo si pronuncia sull’argomento sostenendo che un’educazione sessuale completa non solo protegge i bambini ma contribuisce a rendere la società più sicura e inclusiva. Sono infatti in molti a rendersi conto di questo vuoto culturale che genera ancora imbarazzo che viene poi, di conseguenza, trasferito ai bambini.
A colmare il vuoto didattico ci provano in molti.

Il ministro dell’Istruzione Valditara ha annunciato la partenza di un progetto che partirà a settembre solo negli istituti secondari. Il progetto del ministero parla di lezioni di “educazione alla sessualità” in cui verrà fatto uno zoom sulla parità di genere. Tutti gli studenti saranno coinvolti quasi come docenti che parleranno di dubbi e esperienze: una sorta di tavola rotonda. Un concetto ancora distante dalla didattica sulla sessualità.

Addirittura il sito Pornhub si sta prodigando ultimamente a sdoganare alcuni falsi miti sul sesso (che comunque ha contribuito a costruire) e rendere l’informazione più pulita e realistica; senza fronzoli, leggende metropolitane o idee legate alla pudicizia. E anche Netflix ha prodotto una serie dedicata proprio agli adolescenti, Sex Education adesso alla 4a stagione, in cui si affrontano i più disparati temi sull’educazione sessuale ed educazione emotiva.

Leggi anche: Educazione sessuale a scuola e la posizione di Rocco Siffredi – ‘Avete lasciato che i siti porno facessero da educatori’

Stiamo assistendo a una moltiplicazione, in Europa, di campagne che hanno l’obiettivo di diffondere false notizie o informazioni distorte sulla finalità dei corsi di educazione sessuale attualmente esistenti nelle scuole. False notizie che distorcono il contenuto dei programmi nelle scuole e che vengono diffuse proprio per spaventare i genitori. Pensiamo ad esempio alle reazioni di genitori e associazioni in Belgio all’introduzione dei corsi EVRAS, cioè “Educazione alla vita di relazione, affettiva e sessuale”. In questo caso, purtroppo, alcune scuole sono state date alle fiamme proprio da coloro che pensano di difendere i propri ragazzi.

Sono ormai più di 50 anni che in Italia si parla di introdurre l’argomento nelle scuole e sono tantissime le proposte naufragate, spesso a causa della scarsa collaborazione delle famiglie, ambiente in cui, ancora, gli stessi genitori non sanno come affrontare l’argomento sia per mancanza di argomentazioni che per mancanza di strumenti adeguati o supporto.

L’UNESCO si è schierata cercando di ristabilire la verità: “l’insegnamento e l’apprendimento degli aspetti cognitivi, affettivi, fisici e sociali della sessualità. Mira a dotare i bambini e i ragazzi di conoscenze, competenze, atteggiamenti e valori che li metteranno in grado di realizzarsi, nel rispetto della loro salute, del loro benessere e della loro dignità, di sviluppare relazioni sociali e sessuali basate sul rispetto, di capire come le loro scelte influenzano il loro benessere e quello altrui, e di comprendere i loro diritti e tutelarli per tutta la vita.

Genitori e bambini: qual è il rapporto con l’educazione sessuale

La maggior parte delle persone non ha mai ricevuto un’educazione sessuale accurata oppure ha visto comportamenti, riguardo all’argomento, di totale chiusura: spesso di sessualità, affettività, esplorazione delle proprie emozioni e del corpo non si parla e chi ne parla viene guardato male. Ma il potere dell’emulazione è il più potente in assoluto e i bambini vedono i genitori come modelli da imitare. Se questi per primi usano etichette o hanno pregiudizi negativi nei confronti della sessualità, i bambini lo assorbono e si comporteranno di conseguenza.

Quando sono i genitori per primi a provare disagio o imbarazzo parlando ad esempio di genitali o di masturbazione, per i bambini sarà naturale pensare che l’argomento sia da evitare per evitare anche il conseguente disagio o imbarazzo o peggio, per non essere etichettato dalla società.
Se invece mamma e papà hanno per primi un atteggiamento di naturalezza e di positività nei confronti della sessualità, il bambino vivrà tutto con serenità, senza attribuirgli un alone di mistero. Non esiste il momento del “discorso delle api e dei fiori, l’educazione sessuale può iniziare in qualsiasi momento ma, secondo gli esperti, sarebbe meglio lasciare che sia il bambino a stabilire il ritmo con le sue domande.

La regola è: applicare una delle regole d’oro della sessuologia e cioè quella di rispondere esattamente a ciò che vi è stato chiesto senza anticipare altro. Ad anticipare altre domande del bambino si corre il rischio di innescare stimoli che non sono in sintonia con lo sviluppo fisico e mentale del bambino o ragazzo.
Per questo è importantissimo mantenere un dialogo, ovviamente con parole e temi adatti alle diverse fasce d’età dei bambini, nel tempo. Ciò aiuterà il bambino o il ragazzo ad ascoltare i segnali provenienti dal proprio corpo e ad avere una maggiore consapevolezza di se sia nel rapporto con gli altri ma anche con se stesso.

I libri per bambini: strumenti utili per l’educazione sessuale nei bambini

Lo scenario è quindi chiaro: l’educazione sessuale viene lasciata ai singoli e per questo, munirsi degli strumenti utili (ma anche necessari in alcuni casi) è essenziale.
I bambini hanno la capacità di capire qualsiasi cosa purché gli venga spiegata nella maniera corretta e con le parole adatte alla loro età, per questo i libri dedicati all’educazione sessuale si possono rivelare dei preziosi alleati per genitori che hanno ancora il dubbio su come affrontare la cosa. Eccovi una selezione di libri che potranno tornarvi utili.

Piselli e farfalline… Son più belli i maschi o le bambine?

Vittoria Facchini, Fatatrac
Età suggerita: dai 5 anni

Di questo libro colpiscono subito le illustrazioni dai colori sgargianti e i contorni marcati.
Il focus del libro è proprio su somiglianze e differenze nel corpo di maschi e femmine. La differenza di genere viene affrontata in modo dissacrante, divertente, con testi in rima ironici e non didascalici.
Molto diretto, semplice ma anche tenero quando affronta l’innamoramento e le effusioni intime.

I bambini nascono così

Silvia Baroncelli, Emme Edizioni
Età consigliata: dai 5 anni

Testo approvato dalla dottoressa Valentina Boddi, medico specialista in endocrinologia e dalla dottoressa Francesca Baroncelli, psicologa.

Dai tratti più dolci e colori più tenui, questo libro affronta l’educazione sessuale in maniera più soft e meno diretta. Le parole dell’autrice, che risponde a tutte le classiche domande dell’età per cui è consigliato il libro, insieme alle illustrazioni, creano un’atmosfera calda e rassicurante per mamma e bambino.

Col cavolo la cicogna!

Raccontare ai bambini tutta la verità su amore e sessualità, di Alberto Pellai e Barbara Calaba – Erickson
Età suggerita: dai 9 anni (ma soprattutto per mamma e papà)

Scritto dal medico e ricercatore Alberto Pellai, che si occupa di prevenzione in età evolutiva, e da Barbara Calaba, psicopedagogista e mediatrice familiare, questo libro narra la storia di Alice, una bimba di nove anni che sta per diventare sorella maggiore e che, per questo, comincia a farsi un po’ di domande.
I genitori, senza pudore ma in maniera delicata, scelgono di rispondere alle domande in maniera sincera e con parole adatte all’età della bambina. Non parlano solo di procreazione ma anche di innamoramento e di cosa significhi fare l’amore dal punto di vista fisico ed emozionale.

E io dove stavo?

Mick Manning, Brita Granström, Editoriale Scienza
Età suggerita: dai 5 anni

Una delle classiche domande dei bambini: “mamma e io dove stavo?”.
È proprio questo il titolo di questo bel libro dal tono narrativo scherzoso e giocoso e con una struttura di dialogo botta e risposta. Semplice, diretto ma chiaro, ha a supporto dei testi delle illustrazioni sobrie che però riescono a spiegare bene al bambino l’anatomia e ad aiutare i genitori in questo compito.

Il video della settimana

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *