Fase2: i genitori tornano al lavoro… e i bambini?

La Fase 2, cioè il graduale ritorno alla normalità e al lavoro è imminente. I genitori si domandano chi sarà ad accudire i bambini quando mamma e papà torneranno a lavorare. Tra il bonus insufficiente di 600 euro e la distanza sociale dai nonni, c’è il rischio di dover rinunciare al lavoro.

Mamme a lavoro, bambini a casa

Nelle prossime settimane, dopo il 3 maggio, sarà avviata la Fase 2 profilata dal governo che prevede il ritorno graduale al lavoro per tante attività.
Tuttavia le misure di prevenzione contro il Covid-19 impongono ancora l’impossibilità di assembramenti, per cui le scuole rimarranno chiuse.
Non solo le scuole di ogni ordine e grado, ma anche luoghi di ritrovo e svago, come cinema o teatri, e non sarà possibile neppure praticare lo sport di gruppo.
Di fronte a questo scenario la preoccupazione delle mamme lavoratrici e in genere dei genitori che devono tornare al loro impiego sono più che legittime.

Non solo, la didattica a distanza è senz’altro una bella cosa nell’era di internet e del web 2.0 : ma ci sono ancora tante famiglie in stato di necessità che non hanno proprio gli strumenti, le possibilità di fruirne. Anche il tema dell’uguaglianza educativa quindi è sul tavolo.

E ai bambini chi ci pensa ?

Il distanziamento sociale si rende particolarmente importante per tutelare i soggetti a rischio come i nonni, per cui cade il loro eventuale ruolo di affidatari.
L’alternativa è trovare una baby sitter, quindi un aiuto esterno al nucleo familiare, che dovrà essere pagata. Tuttavia, il bonus promosso dal governo di 600 euro è senz’altro insufficiente, in quanto si avrà necessità dell’accudimento per un’intera giornata e almeno fino alla ripresa delle lezioni in classe. Nessuno pensa che la scuola sia un parcheggio per i nostri figli, ma per tanti genitori che hanno già esaurito ferie e congedi parentali il problema è concreto e molto serio.

Il futuro dei bambini nell’incertezza della fase 2

Infatti non è dato però sapere se si tornerà sui banchi a settembre e anche in tal caso si apre un’ulteriore problematica. I bambini della scuola primaria devono essere seguiti durante le lezioni a distanza e questo richiede per forza di cose la presenza di un adulto che abbia dimestichezza con i dispositivi informatici.
I bambini che restano a casa sono, quindi, una preoccupante lacuna nei decreti relativi all’emergenza coronavirus, per cui si chiede a gran voce un intervento concreto. In mancanza di aiuti reali, molte mamme potrebbero essere costrette a rinunciare al lavoro per rimanere con i figli, con conseguenze economiche disastrose.

A tale proposito, numerose petizioni e appelli sono stati rivolti al Presidente del Consiglio Conte : una serie di proposte è attualmente allo studio di un gruppo di parlamentari Pd, Cinque Stelle e Gruppo Misto per la tutela dell’infanzia e dell’adolescenza. Uno “stanziamento di 400-500 milioni di euro” per venire incontro ai bisogni delle famiglie in questo momento di vuoto. Ma al momento, tutto è ancora nell’incertezza.

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