I bambini e i testicoli ritenuti o criptorchidi: cosa fare quando non scendono nello scroto?

Il problema del “testicolo ritenuto” o criptorchide riguarda il 3% dei bambini al momento della nascita, ma se lo scivolamento dello stesso testicolo nello scroto non avviene spontaneamente entro i primi 6-12 mesi di vita si entra in ambito patologico: ecco come riconoscere questa situazione e il modo in cui può essere affrontata dai genitori.

Cos’è il “testicolo ritenuto” e quello criptorchide

Come è noto il testicolo si forma nella sede addominale e di norma raggiunge lo scroto del nascituro già nel settimo mese di gravidanza, ma può anche capitare che dopo il parto la discesa di uno o entrambi i testicoli si arresti.

In questo caso i medici parlano di “testicolo ritenuto” (se non è visibile ma palpabile) e criptorchide se non è nemmeno palpabile dato che si trova ancora in sede addominale.

Innanzitutto è importante riconoscere la patologia per non confonderla col cosiddetto “testicolo retrattile”, ovvero quando è capace di muoversi avanti e indietro nel canale inguinale in base a degli stimoli.

Le cause della mancata discesa nello scroto possono essere di natura prettamente anatomica o genetica, come pure riconducibili a infiammazioni o a una displasia, vale a dire un’alterazione del testicolo stesso.

Come far scendere i testicoli nello scroto

Se uno o entrambi i testicoli non scendono nello scroto entro il primo anno di vita (va ricordato che la patologia è asintomatica) diventa necessario un intervento medico o nei casi più rilevanti anche chirurgico, dal momento che c’è il rischio che il bambino sviluppi problematiche serie e finanche forme tumorali.

La terapia normale consiste in un trattamento a base di gonadotropina corionica, un ormone che stimola la produzione di testosterone.

Tuttavia, solo in un quarto dei casi si rivela vincente e per questo non è infrequente che il medico indichi come soluzione l’orchidopessi, l’intervento chirurgico che risistema il “testicolo ritenuto” nello scroto attraverso una incisione del canale inguinale.

Per i testicoli criptorchidi si procede con una laparoscopia esplorativa che li individua prima di riportarli nella sede naturale. Diverso è il caso dei “testicoli retrattili” che non richiedono alcun trattamento e che smettono di risalire nell’inguine autonomamente prima della pubertà perché aumentano di dimensione.

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