Il colloquio con i genitori nelle scuole svedesi

Che i paesi nordici (Svezia, Norvegia e Finlandia) siano molti diversi dall’Italia per organizzazione della vita sociale, offerta dei servizi e gestione economica delle risorse, è un dato di fatto. E anche la scuola, centro dell’educazione di bambini e ragazzi, non fa eccezione.

Una curiosità, che vale la pena di sapere, riguarda il colloquio con i genitori.

In Svezia, in vista del colloquio con i genitori, le famiglie si preparano. Le insegnanti danno al bambino una serie di domande da portare a casa. Il primo punto che stupisce è che sono tutte domande rivolte all’alunno, a cui lui deve rispondere in prima persona.

Come ti trovi a scuola? Ti diverti? Qual è l’atmosfera in classe e il rapporto con i compagni? Trovi difficili i compiti a casa? Quali giochi fai all’intervallo? Ti senti solo o sei parte del gruppo? E così via, per avere, dalle risposte, una reale percezione della vita dei bambini a scuola, sia a livello di studio, ma anche a livello sociale e interpersonale.

E le soprese non finiscono qui, perché, quando arriva il giorno del colloquio, a parlare, a tu per tu, sono l’insegnate e l’alunno (che essendo minorenne, è accompagnato dal genitore, presente, però, quasi come “spettatore”). Si ripercorrono le risposte date al questionario, ma i bambini non vengono mai rimproverati: sui punti più critici si discute insieme.

Questo, appare chiaro, crea molta empatia e coinvolgimento da parte di maestre e alunni, c’è voglia di capire, approfondire e per i genitori è molto rassicurante.

Incoraggiamento per gli obiettivi raggiunti e nuovi traguardi per l’immediato futuro, rassicurazione per eventuali lacune, oltre che percezione delle proprie responsabilità, sono per il bambino motivi importanti per non sentirsi estraneo nell’ambiente scolastico, che, a ben vedere, gli assorbe la maggior parte del tempo.

E il fatto di non sentirsi “uno dei tanti” appare ancora più chiaro se si guardano gli obiettivi che l’insegnante pone come mete da raggiungere. A differenza dei nostri programmi ministeriali che individuano un programma annuale comune per tutte le classi, in Svezia gli obiettivi sono individuali, non di classe. Sorretti dalle insegnanti, i bimbi si concentrano maggiormente sulle proprie lacune, matematica, grammatica o qualsiasi altra materia.

I bambini imparano così che ognuno è bravo a fare qualcosa di diverso dall’altro, tutti sbagliano, e tutti imparano dai propri errori. Il bambino non si stente sotto pressione, non subisce il confronto, prende fiducia dai suoi progressi personali e si assume le sue responsabilità nell’andamento scolastico e nelle relazioni con gli altri.

Rispettare i tempi personali di sviluppo, incoraggiando e aiutando il naturale apprendimento, sono strategie vincenti per tenere sempre viva la curiosità.

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