Il senso di colpa delle madri

Mio figlio mostra difficoltà, comportamenti inadeguati e io mi sento in colpa

Perché le madri si sentono in colpa? Il parere della psicoterapeuta, Dott.ssa Giulia Gregorini

Perché le madri si sentono in colpa ?

Nella mia professione da psicoterapeuta spesso incontro donne, madri che si sentono in colpa per ogni manifestazione di disagio dei propri figli.
Ciò sembra accadere in maniera minore per i padri e può costituire un aspetto di una dinamica disfunzionale che si instaura nel legame madre – figlio, ma ancor prima nella relazione della donna con sé stessa.

Da dove nasce il senso di colpa materno?

Esiste una multifattorialità che può generare un vissuto di senso di colpa nelle madri, da rintracciare nella soggettività di ogni donna, nella sua storia di sviluppo e familiare, nelle sue esperienze di vita.
Ad ogni modo, è possibile identificare alcuni elementi che possono trasversalmente riguardare l’esperienza comune:

  • Il retaggio di un modello sociale e culturale: le donne sono state per anni relegate in un ruolo di cura dei figli e della casa.
  • Un vissuto da figlie di “brave bambine”: nell’infanzia di molte donne si rintraccia una storia di bambine che sono cresciute con un’educazione polarizzata sul senso del dovere e del sacrificio, a scapito del diritto al piacere e alla libera espressione di Sé. Ciò può contribuire a sviluppare un senso di iper-responsabilità.
  • L’illusione di controllo: inconsciamente sentirsi in colpa per comportamenti e malesseri che riguardano i propri figli può sottendere a livello profondamente inconscio un’illusione di controllo onnipotente: “se tutto dipende da me ed io miglioro, ho il potere di provocare cambiamenti anche in mio figlio”. Ciò è vero solo in parte, in quanto il bambino è dotato di una propria soggettività e personalità e non tutto è riconducibile al ruolo materno, pur senza disconoscere che gli stati emotivi della mamma sono in connessione con quelli del figlio sin dai 9 mesi di gravidanza.
  • Eccessiva sensibilità al giudizio: molte mamme vivono un’iper-sensibilità al giudizio sociale. In realtà è come se vivessero con un giudice interno molto severo ed iper-critico che facilmente le fa sentire inadeguate e non all’altezza del proprio ruolo. Ciò rende più vulnerabili anche all’opinione pubblica, proiettando sugli altri il personale vissuto interno. Se, ad esempio, il bambino si comporta male ad una festa di un compagno di classe la mamma può credere che gli altri penseranno che lei non ha educato bene il figlio. A volte esiste davvero un giudizio severo esterno ma è possibile non dargli eccessivo peso e potere se non trova terreno fertile nel proprio giudice interno, quindi nella tendenza ad auto-giudicarsi e colpevolizzarsi.
  • Un rapporto di coppia sbilanciato: è ancora comune incontrare coppie che hanno una dinamica relazionale simile a quella di una madre con il figlio. In queste situazioni è difficile riconoscere l’importanza della co-genitorialità e quindi della responsabilità condivisa.

Che effetti può generare sui figli il senso di colpa delle madri?

Sentirsi perennemente in colpa oltre ad essere un’espressione di malessere nelle madri si ripercuote anche sui figli, sin da piccoli. In particolare si può generare una dinamica di dipendenza di difficile gestione. Tra le difficoltà che si possono generare troviamo:

  • Un circolo vizioso di rabbia e senso di colpa: quando la mamma si arrabbia e successivamente si sente in colpa può instaurarsi nel bambino la stessa dinamica. Si sente in colpa dopo aver espresso la rabbia, anche se sana e fisiologica, e si ritiene responsabile erroneamente del malessere materno.
  • Una comunicazione confusa: si possono trasmettere al bambino messaggi confusivi. Se, per esempio, si rimprovera per un comportamento errato e poi si torna sui propri passi si veicola incoerenza e contraddittorietà.
  • Eccessivo potere del bambino: il bambino rischia comprensibilmente di assumere un eccessivo potere decisionale, ma anche emotivamente rischia di sentirsi colpevole dei problemi degli adulti.
  • Difficoltà a porre dei limiti: se ci si sente troppo in colpa si può rischiare di essere troppo permissive e poco normative. I limiti sono invece fondamentali nella crescita di un bambino.
  • Rapporto di scarsa intimità padre-figlio: se si instaura una dinamica troppo simbiotica madre-figlio, alla luce di una responsabilità di entrambi i genitori, il rischio è che la madre fatichi a lasciare spazio al padre ed il padre a farsi spazio, supportando la madre.

Suggerimenti utili

  • Trasformare il senso di colpa in responsabilità, attraverso l’acquisizione di una maggiore consapevolezza di Sé e dei propri stati emotivi.
  • Riconoscere la co-responsabilità all’interno di una famiglia.
  • Empatizzare con le proprie fragilità permette di empatizzare anche con le fragilità del bambino.
  • Umanizzare il ruolo materno, abbandonando ideali utopici. Ciò aiuta anche ad umanizzare il bambino e a non problematizzare eccessivamente comportamenti fisiologici e sani.
  • Saper chiedere aiuto se le difficoltà si cronicizzano e diventano pervasive è un atto di amore verso di sé e verso la propria famiglia. È importante prevenire l’evoluzione del disagio.

Gli input proposti sono volti a favorire una riflessione, senza poter esaurire la complessità del tema ma potendo sensibilizzare verso l’importanza di sostenere le donne nel ruolo della genitorialità, contrastando una cornice sociale che è spesso ancora troppo poco tutelante e supportiva.

A cura della Dott.ssa Giulia Gregorini

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