In viaggio da solo per raggiungere la Slovacchia: il viaggio di un undicenne ucraino

Un bambino di 11 anni arriva da solo al confine con la Slovacchia. Fugge da Zaporizhzhia, la città ucraina che ospita la centrale nucleare più grande d’Europa, appena conquistata dai russi. Ha con sé uno zainetto, il passaporto e il numero di telefono dei parenti che abitano in Slovacchia scritto a penna sulla mano.

Un viaggio infinito per sfuggire alle bombe

Arriva al confine tra Ucraina e Slovacchia con un sorriso e commuove il personale della frontiera. È solo, la madre vedova è rimasta in Ucraina per accudire la nonna inferma e il piccolo ha percorso 1.200 chilometri in treno da solo, in vagoni ultra follati e con la paura della guerra.

Ad accoglierlo a Bratislava gli uomini e le donne delle associazioni umanitarie che lo hanno portato in un luogo caldo e gli hanno offerto da bere e da mangiare. Dopo poco sono arrivati i parenti che sono stati avvisati del suo arrivo dai funzionari slovacchi attraverso il numero scritto a penna sulla mano. Ha il berretto di lana blu calato sulle orecchie, un giubbotto imbottito per affrontare il viaggio e il sorriso di chi ce l’ha fatta nonostante tutto.

Una gara di solidarietà per aiutare i bambini in guerra

Il Ministero dell’Interno slovacco pubblica un post su Facebook in cui lo definisce un eroe per il suo coraggio e la sua determinazione. Di sicuro è uno dei simboli della resistenza ucraina e della solidarietà nei confronti dei profughi ucraini. La madre del piccolo ha registrato un videomessaggio per ringraziare tutti dell’aiuto. Finalmente suo figlio è al sicuro. Lei resta a casa sotto le bombe e lancia un appello per salvare i bambini che sono ancora nelle città e nei villaggi dilaniati dalla guerra.

Intanto giungono anche nel nostro Paese i piccoli profughi in fuga. A Torino sono arrivati 13 malati oncologici pediatrici che hanno bisogno urgente di cure. Ad accoglierli all’Ospedale Infantile Regina Margherita il personale medico e infermieristico che offrirà loro le cure necessarie. Altri piccoli malati sono arrivati in Lombardia e saranno curati dal San Matteo di Pavia e dall’Istituto dei Tumori di Milano.

A Ercolano in provincia di Napoli sono stati accolti da alcune famiglie 54 bambini, molti orfani, mentre a Bagnoli, un quartiere napoletano è tornata una giovane donna ucraina con il suo bambino che da piccola, era stata ospitata da una famiglia per sfuggire agli effetti delle radiazioni di Chernobyl. L’hanno abbracciata con l’affetto di sempre una mamma e un papà italiano che sono rimasti in contatto con lei per tutti questi anni e ancora una volta si sono dichiarati disponibili ad aprire le porte di casa per aiutarla. Una gara di solidarietà che coinvolge tutto il Paese, ma che non sembra riuscire ad arrestare la furia della guerra.

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