Ipogalattia: ovvero quando il latte manca davvero

Una delle tantissime cose che si chiede una mamma è “avrò abbastanza latte?”. Dopo aver sentito le odissee di amiche e parenti con l’allattamento è naturale farsi mille domande e avere un po’ di “ansia da prestazione”. La seconda domanda è se il proprio figlio crescerà abbastanza e bene.

L’avvio di un allattamento sereno è sempre più spesso percepito come un miraggio, quando invece sappiamo che la natura non fa le cose a caso e raramente sbaglia. Bando quindi alle doppie pesate, che mettono solo stess alla mamma e al neonato, e cerchiamo di affidarci ai professionisti.

Ad ogni modo, una donna che allatta in modo misto rinuncia spesso all’allattamento al seno perché ha o sente di avere poco latte, il tutto combinato da sensi di colpa e convinzioni che il bimbo sia un gran mangione, di non aver abbastanza latte o che il suo latte non sia nutriente.

Ma è veramente così? Ci sono dei casi (rarissimi) in cui davvero il latte è poco o quasi niente. Ma davvero si tratta di casi molto, ma molto rari, circa il 5% delle donne che partoriscono, il che significa davvero una percentuale molto bassa e non appare davvero possibile che così tante donne, a detta loro, non abbiano latte. Qui non staremo ad analizzare questo assunto, ma piuttosto i rarissimi casi di ipogalattia.

Cos’è l’ipogalattia

L’ipogalattia è la scarsa presenza, o meglio, scarsa produzione di latte. Questa si divide in ipogalattia primaria, dovuta a cause che riguardano la salute della mamma, e in ipogalattia secondaria, cioè la scarsità di latte dovuta a fattori esterni. Per prima cosa vediamo però di chiarire quando davvero ci troviamo di fronte all’ipogalattia. Innanzi tutto quando il bambino non cresce, e questo non significa che si debba stare con la bilancia in mano perennemente o a seguire tabelle che lasciano il tempo che trovano. Il tutto va coordinato dal buonsenso. Il bambino che si nutre bene aumenta ogni settimana di circa 150 grammi, non dovrebbe aumentare meno di 125 grammi per i primi 3 mesi. Successivamente dovrebbe aumentare di circa 80 grammi la settimana, dopo i 6 mesi l’aumento di peso sarà ancora inferiore.

Altra spia da controllare sono i pannolini bagnati. Dovrebbero essere circa sei durante il giorno. In caso di scarsa alimentazione l’odore delle urine diventa molto acre e assume un colorito piuttosto forte. Davanti a queste reali condizioni ci si deve recare dal pediatra che farà fare al bambino delle analisi per approfondire.

Ipogalattia primaria

L’ipogalattia primaria è dovuta, come detto, a problemi di salute della madre. Non si tratta di comuni problemi di salute ma di gravi condizioni come la Sindrome di Sheenan, una complicanza post partum; ipotiroidismo (se è riconosciuto si può allattare lo stesso); ritenzione della placenta, anche questa se curata non impedisce l’allattamento. Questo tipo di ipogalattia insorge immediatamente, mai dopo i primi mesi.

Ipogalattia secondaria

Questa è più frequente ed è dovuta a fattori esterni che interferiscono quali uso di ciucci o biberon, se non si allatta a richiesta, se non si attacca correttamente il bambino. In tutti questi casi però l’allattamento può essere recuperato rivolgendosi alle figure professionali preposte.

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