Ius soli per i figli degli immigrati: cosa si discute in Parlamento?

Faceva caldo e le ferie erano ormai prossime, agli inizi di agosto, quando lo ius soli è sbarcato in Parlamento: molte di noi non ci abbiamo fatto caso, ma ora che canotti e infradito sono riposti negli armadi è momento di metterci al passo con le importanti novità che potrebbero riguardare il nostro Paese.

Una di queste è appunto lo ius soli che, nella versione proposta in Italia, comporta l’acquisto della cittadinanza da parte dei minori nati in Italia da genitori (non italiani) stabilmente residenti nel nostro Paese da almeno 5 anni antecedenti la nascita.

Avendo posto una condizione temporale, lo ius soli di cui si sta discutendo in Parlamento viene definito soft o temperato, in contrapposizione allo ius soli “puro” che invece permette l’acquisizione della cittadinanza solamente in funzione del territorio in cui il bambino è nato, senza porre altre condizioni.

Oltre allo ius soli soft, un altro modo di acquisto della cittadinanza italiana potrebbe essere quello legato alla frequenza degli under 12 immigrati (e nati all’estero) di almeno 5 anni scolastici: si parla, in questo caso di ius culturae, un modello presente in Francia.

L’introduzione di questa nuova regola relativa all’acquisizione della cittadinanza italiana non è stata, prevedibilmente, esente da scontri politici, visto che va a riformare radicalmente la legge attualmente in vigore che regola la cittadinanza italiana: la 92/1991 dice che la cittadinanza italiana si acquisisce con lo ius sanguinis, cioè sulla trasmissione da padre o madre italiana della cittadinanza al proprio figlio; accanto allo ius sanguinis, si affiancano altri modi di acquisto della cittadinanza italiana (ad esempio, per lo straniero che risieda stabilmente in Italia da 10 anni).
Queste norme rendono l’Italia uno dei Paesi europei con le maglie più restrittive in materia di cittadinanza.

Le discussioni sulla riforma sulla legge 92/1991 proseguirà a settembre: il disegno di legge sullo ius soli è stato approvato dalla Commissione Affari Costituzionali alla Camera agli inizi di agosto e nei prossimi mesi l’iter parlamentare proseguirà.

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