Kaiden: la storia del bambino nato senza pelle

La notizia della lotta estrema per la vita di Kaiden, bebè nato senza pelle, e della tenacia dei suoi giovani genitori che non lo hanno abbandonato un istante, sta facendo il giro del mondo.

Nascere senza pelle: è possibile?

La notizia ci sconvolge perché la pelle ci sembra un elemento indispensabile alla vita di un neonato. La pelle è infatti un presidio di salute importantissimo, un rivestimento protettivo fondamentale che tutela gli organi interni da qualsiasi aggressione esterna, batterica, virale o climatica che sia.

Finora si sono registrati solo pochissimi casi, l’ultimo nel 1974 ha visto un bambino nascere con una piccolissima percentuale di pelle sul suo corpo, ma grazie a continue cure mediche è riuscito a sopravvivere fino all’età di 24 anni.

Il caso: il piccolo Kaiden

Kaiden Jake Shattock è nato in Inghilterra, nel Warwickshire, e resterà famoso per un infelice primato: è nato infatti con solo il 2% di cute formata, appena sufficiente per formare un sottile strato di pelle sul viso. No skin baby così è stato soprannominato il piccolo, nato il 24 novembre 2018, prematuro di dieci settimane all’ospedale Nottingham City.

Ed è la mamma a raccontare il primo incontro con il suo bambino:

“era tutto rosso, come fosse fatto di carne viva. Davanti a lui c’eravamo noi, i suoi genitori, di soli 19 anni, con nessuna esperienza nel crescere un bambino e ci trovavamo lì col nostro primo figlio, finalmente con noi, estremamente debole e malato”

Lotta per la vita tra cure intensive e operazioni delicate

I medici hanno da subito avvertito i genitori delle pochissime probabilità di sopravvivenza di Kaiden, ma i due ragazzi si sono mostrati pronti a tutto per la salute e la vita del loro primo figlio. Con grande sofferenza ma una forte speranza hanno trascorso i primi tempi mantenendosi a distanza dal figlio, senza poterlo toccare, e hanno dovuto aspettare sei settimane perché la pelle di Kaiden iniziasse finalmente a crescere.

Ora sono passati sei mesi e i tessuti cutanei del piccolo hanno seguito un costante progresso tanto che ora vive a casa con la sua famiglia. Ha però dovuto affrontare un’operazione e altre quattro lo aspettano nel prossimo anno.

Ricercatori all’opera per studiare la patologia

Studi per stabilire le cause dei gravi problemi riscontrati nel bambino sono stati da subito avviati, in particolare si cerca una correlazione con i problemi renali accusati dalla mamma durante la gestazione. Per ora però non c’è nulla di certo, Kaiden è continuamente monitorato e gli è stato diagnosticato anche un deficit uditivo.

I medici hanno dichiarato che non sarebbe stato possibile, con le conoscenze scientifiche di cui disponiamo oggi, prevedere la condizione del bimbo che Jessica portava in grembo.

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