“La B capovolta”: un libro che racconta la Shoah ai bambini

Per far sì che la storia, anche nei suoi aspetti più terribili, sia comunicabile e in qualche modo comprensibile ai bambini, la chiave vincente è usare il linguaggio della fantasia e dell’immaginazione: in altri termini, riscoprire il valore delle favole, che fin dall’antichità hanno avuto un ruolo pedagogico fondamentale. 

In concomitanza con la Giornata della Memoria dedicata alle vittime dell’Olocausto – che come ogni anno ricorre il 27 gennaio – inevitabilmente l’attenzione intorno al tema della Shoah si riaccende, e in riferimento ai bambini gli interrogativi restano sempre gli stessi: è giusto parlarne? Quando e in che modo è più opportuno farlo?

Noi siamo convinte che educare un figlio significa intraprendere un percorso fatto di sfide che i genitori in prima persona sono chiamati ad affrontare, mettendo il bambino nelle condizioni di fare un passo alla volta verso la comprensione della realtà. E allora, per raccontare ai piccoli questa pagina della storia del ‘900 segnata dall’annullamento del concetto di uomo e dall’imporsi del male assoluto, davvero utile può essere la lettura del libro “La B capovolta” di Sofia Schito, consigliato per bambini dagli 8 anni in su.

Niente a che vedere con gli indigesti manuali di storia, le parole di questo libro sanno muoversi con delicatezza fra campi di concentramento e ideologia nazista, senza occultarne la realtà ma riuscendo a mostrarla con gli occhi di un bambino dei giorni nostri che – in un pomeriggio qualsiasi, mentre sta giocando al pc con un amico e aspetta che la mamma sforni la torta al cioccolato, la sua preferita – si ritroverà catapultato insieme ad altri tre compagni di scuola in uno strano mondo simile a un film in bianco e nero, popolato da persone che indossano pigiami a righe. 

Nel testo c’è anche un ospite d’eccezione: si tratta dello scrittore Primo Levi, che compare nei panni del “Signor Chimico” e divide con il piccolo protagonista buona parte del viaggio in direzione di Auschwitz. Il treno corre verso quel posto senza colori dove si dice che “Il lavoro rende liberi”, ma intanto adulti e bambini, tutti, prendono a camminare all’indietro come gamberetti, costretti a diventare ogni giorno un po’ meno umani.

Nel racconto fatto ai bambini cos’è tutto questo, alla fine? Un brutto sogno che però a un certo punto è diventato vero, e per far sì che non torni più, per evitare che altri vivano senza colori e soffrano come il Signor Chimico e i suoi amici, il nostro compito è ricordare. Ricordarsi, bambini e genitori, che è sempre possibile combattere, anche solo con una favola e un libro in mano. 

 

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