La bontà rende i bambini felici

Dal 1999 il neuropsicologo Richard Davidson studia gli effetti della bontà e della gentilezza sulla mente dei bambini. I suoi risultati dimostrano che bontà e gentilezza sono in grado di modificare la struttura stessa del cervello.

Bontà, felicità e meditazione

Richard Davidson studia ormai da decenni il potere della meditazione sui bambini, che sarebbe addirittura in grado di modificare la struttura neurale della mente, rendendola più funzionale. Dopo un fondamentale incontro con il Dalai Lama, Davidson ha deciso di abbandonare le sue ricerche su ansia e stress per dedicarsi invece ai sentimenti positivi come la gentilezza. I risultati dimostrano che quest’ultima è in grado di migliorare sensibilmente la qualità della vita sia degli adulti che dei bambini. Essere gentili, compassionevoli e sviluppare l’empatia permette di vivere in un ambiente più sano e proattivo, sviluppare l’empatia e migliorare il rapporto con gli altri. Sono ormai numerosi gli studi che dimostrano la tesi di Davidson secondo cui le persone gentili vivono meglio delle altre.

Le due vie per migliorare la vita

Sviluppare la gentilezza e lavorare sulla compassione e sull’ampatia è un metodo efficace per raggiungere una maggiore serenità e vivere meglio. Per farlo esistono numerosi esercizi, per bambini ma anche per adulti, ad esempio tenendo un quaderno della gentilezza in cui svolgere esercizi e test per sviluppare questo sentimento. Una strada alternativa verso la serenità è quella della meditazione e della mindfulness. Quest’ultima è oggi utilizzata da moltissimi psicoterapeuti e sta ottenendo ottimi risultati sia sugli adulti che sui bambini. Non è mai troppo presto per iniziare a fare esercizi di meditazione e ve ne sono diversi appositamente studiati per i più piccoli. Nel suo libro La vita emotiva del cervello Davidson ha studiato ed esplorato entrambe le vie ed è riuscito a portare diverse prove che entrambe sono in grado di garantire maggiore serenità, soprattutto se combinate fra loro. La meditazione è in grado, sul lungo periodo, di modificare la struttura dl cervello e la bontà verso gli altri sembra davvero essere l’anticamera della felicità.

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