La notte dei papà

La notte è del papà perché è l’ultimo a prendere sonno. Dopo che la mamma è crollata per la stanchezza di una giornata passata tra lavoro, panni da sistemare e piatti da preparare. Dopo che la figlia ha perso la sua battaglia con il sonno, dopo aver lottato duramente contro gli occhi che si chiudevano.

A suon di “Ancora un’altra storia…”, “Fammi vedere il disegno…” o “Lo sai cos’è successo oggi all’asilo…” Lui vorrebbe rimanere lì a parlare e leggere ma sa bene quanto è dura svegliarsi presto la mattina. Perché quel “Non voglio andare a dormire” della sera si trasforma inevitabilmente nel “Voglio rimanere ancora a letto” della mattina.

Così, il bacio della buonanotte e va. “Ma poi torni?” “Certo” e si lascia sfuggire una piccola bugia, mista anche a un desiderio. Perché vorrebbe quasi sedersi accanto a lei e mettersi a guardarla dormire. E rimanere così fino a che il sonno non avrà la meglio.  

La notte è del papà perché cerca di rubare del tempo alla giornata che sta per finire, magari prendendone in prestito un po’ a quella di domani. Rimanendone sempre debitore settimana dopo settimana. Per prendere una pausa per sé. Per finire di leggere quel libro da tempo sul comodino. Per guardare un film. O anche solo per stare un po’ in silenzio a pensare.  

La notte del papà inizia con la lettura della buonanotte da rimettere a posto nella libreria della cameretta. Con qualche pupazzo da togliere dal pavimento. Con la coperta del lettino da sistemare nonostante sia stata rimboccata pochi minuti prima.

La notte dei papà è fatta anche di tenerezza per la sua famiglia che dorme serena. Perché se anche fuori c’è un temporale, un vento forte o il freddo invernale pensa che, per quello che possa succedere, tanto loro sono tutti insieme, sotto lo stesso tetto.

Nella notte dei papà trova spazio, però, anche un po’ di tristezza. Quel senso di protezione per la piccola che sta crescendo così velocemente lascia il posto ad una sensazione di impotenza. Per quel mondo là fuori e per il futuro che l’aspetterà. Perché la notte dei papà è fatta anche di fantasmi e di mostri, nonostante abbia detto, e giurato, solo qualche ora prima che non esistono e che si può dormire tranquilli. E che per far andare via il buio può bastare lasciare accesa una piccola luce.

La notte dei papà, prima di andare a dormire, finisce sempre allo stesso modo. Un ultimo sguardo al lettino della cameretta e una mano che porta un bacio dalle sue labbra alla fronte della figlia. Un tocco leggero e delicato per non disturbarla, sperando che stia facendo quei “sogni d’oro” che si augurano a vicenda ogni sera.

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