La notte dei pupazzi in biblioteca: il rito giapponese che incanta il web

Una bellissima iniziativa giapponese per far appassionare i bambini piccoli alla lettura è la Nuigurumi-otomari-kai, in italiano “Notte dei pupazzi in biblioteca”: è già molto diffusa nel Paese del Sol Levante dove si svolge una volta all’anno e piano piano sta prendendo piede anche in Occidente.

Vediamo di cosa si tratta.

Una notte in biblioteca

Un po’ come la magia della “notte al museo”, anche i peluche dei nostri bimbi possono passare una notte molto particolare all’interno di una biblioteca. Un’idea geniale nata in Giappone nei primi anni 2000 e con la quale si riesce ad interessare alla lettura i bambini piccoli, che ricevono l’invito di raggiungere la biblioteca portando i loro peluche preferiti.

I bambini potranno recarsi allora in biblioteca, dove oltre al loro pupazzo di stoffa preferito ne troveranno molti altri, coloratissimi, tutti circondati da tantissimi libri. I bambini iscrivono allora i loro peluche in biblioteca, con tanto di cartellino identificativo (così non possono proprio perdersi).

Il giorno successivo possono tornare a prendere il loro peluche e delle foto che lo mostrano intento nella lettura in varie posizioni tra gli scaffali della biblioteca oppure seduti sui tavoli.

L’iniziativa ha ispirato anche un libro, edito in italiano, di Chiaki Okada e  Kazuhito Kazeki, Una notte in biblioteca.

Un’iniziativa seguita anche negli USA ed in Italia

Oltre al Giappone questa tradizione si sta diffondendo negli Stati Uniti, dove viene chiamata Stuffed Animal Sleepover. Nel corso degli ultimi anni l’iniziativa ha preso piede anche in Italia con molte librerie e biblioteche italiane, come la mitica Biblioteca Salaborsa di Bologna, che hanno deciso di seguire il nuigurumi-otomari-ikai per permettere ai bimbi di avvicinarsi a questo magico mondo fatto di storie e fantasia.

Avere delle iniziative che si ispirano alle tradizioni di altri Paesi non deve assolutamente apparire come una copiatura del lavoro di altri ma, come dimostrano i risultati ottenuti, serve ad avvicinare i bambini alla lettura e il farlo con i propri amati peluche è certamente una buonissima idea.

È necessario che queste iniziative vengano diffuse maggiormente e che nell’ambito di quelle già “aperte” si continui a ribadire il concetto più volte per creare una cultura della lettura come bene primario sin dagli anni dell’infanzia.

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