La storia di Gregorio: quando la vita deve essere protetta

Quella che stiamo per raccontarvi è una storia di vita, storia che si è trasformata in un messaggio d’amore di due genitori rivolto a tutte le mamme e i papà che vivono la tragedia della morte di un figlio.

La famiglia come atto d’amore e di vita

Jacopo e Giuditta sono una coppia molto innamorata e, nel 2008, coronano il loro sogno d’amore sposandosi.

Entrambi sentono il bisogno di benedire la loro unione con la nascita di un figlio e iniziano subito a provarci, ma per due lunghi anni non arrivano risultati. Jacopo e Giuditta si rivolgono a dei dottori che, senza troppo tatto, annunciano alla coppia una probabile infertilità.

Ma i figli arrivano…

Il percorso di fede che Jacopo e Giuditta seguono e la loro continua preghiera fanno compiere il miracolo: nel 2010 nasce Benedetto dopo una gravidanza difficile e un parto lungo e faticoso. E, due anni dopo, un secondo taglio cesareo porta alla luce Brigida.

Il miracolo del piccolo Gregorio

Il terzo figlio della coppia, Agostino, muore spontaneamente nel grembo materno l’anno successivo; un piccolo angelo volato in cielo che dà a Jacopo e Giuditta la forza di lottare ancora per amore.

E così, nel 2014 la coppia scopre di aspettare di nuovo un figlio: il piccolo Gregorio. Ma le ecografie e gli esami (intorno alla dodicesima settimana di gestazione) non sono positivi: a Gregorio viene diagnosticata l’agenesia renale bilaterale, cioè mancanza di entrambi i reni. I medici sono chiari: il bambino morirà anche se riuscirà a venire al mondo e consigliano a Jacopo e Giuditta di eseguire un aborto terapeutico.

Il senso dell’essere genitori: proteggere un figlio

Jacopo e Giuditta non cedono e decidono di portare avanti la gravidanza, anche se rischiosa. Nove mesi difficili nei quali la coppia gioisce di ogni calcetto per poi essere sopraffatta dal dolore che sarebbe derivato dalla sicura morte del bambino.

Il piccolo Gregorio nasce la mattina di un giorno d’estate e resta vivo, in compagnia dei fratellini e dei genitori, per soli 40 minuti durante i quali viene battezzato. Poi spira tra le braccia del papà e vola in cielo: un angelo che proteggerà per sempre questa coraggiosa famiglia.

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30 commenti

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  1. Io mo ci ritrovo con i genitori io ci stavo passando 2anni ho avuto una aborto a 18 settimane il ginecologo mi disse che era un bimbo a destinato a morire sarebbe vissuto max 2 ore instalo portando la gravidanza avanti Dio me la mandato ed io non sono nessuno x ammazzarlo sarebbe stato un dolore peggiore di quello che ho provato ma io sentivo che dovevo farlo ora x fortuna ho un altra bimba di 8 mesi che mi ridato la felicità ma il.mio angelo lo porterò sempre con me

    • certo ma come non si dovrebbero pubblicare foto di persone morte perché non se ne conosce la volontà su questa scelta non si dovrebbero pubblicare foto di bimbi morti. In più la sensibilità di ognuno è molto relativa e questa foto è al limite. Nessuno ha parlato di dignità. Per me non dovrebbero venir pubblicate neanche foto di bimbi vivi.. siamoa adulti non servono figure per leggere lgli articoli, o lei ne ha bisogno?

  2. Non condivido ma rispetto..io probabilmente non l’avrei mai fatto semplicemente perche non avrei il coraggio di vedere nascere e poi morire mio figlio..peró ogni decisione è da rispettare perché bisogna trovarsi nelle situazioni

  3. Perché ci deve essere un senso? Noi donne…….appena vediamo quelle due linee……..iniziamo ad avere subito cura della nostra creatura, proteggiamo il nostro ventre! Siamo già madri! Se poi……le cose non vanno come dovrebbero……come spiegare che tutto questo deve avere una fine! Come possiamo rinunciare a quella piccola creatura che fino a ieri…….era il nostro bambino! Pensate che avere un ventre svuotato………e non avere nemmeno un immagine della creatura……ci faccia stare meglio……..be vi dico che non è così! E stata una grande forma d’amore!

  4. Il senso perché trovare un senso….scelte di speranza perché una madre fino all’ultimo secondo spera che tutto possa cambiare. È questo il senso se è così che lo vogliamo chiamare….l’amore forte di una madre che spera e, se questo non si capisce…..ti auguro allora di non capirlo mai!