L’Italia nel mirino dell’OMS: non esiste alcuna limitazione sul marketing del cibo spazzatura

Da un recente report pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in collaborazione con l’università di Liverpool e la Open University, emerge che soltanto la metà dei Paesi europei si sta attivando per limitare l’esposizione dei bambini alla pubblicità di cibo spazzatura. Ancora troppi minori sono bombardati da immagini di alimenti ipercalorici e zuccherini che, inevitabilmente, li invogliano a mangiare in modo eccessivo e poco sano.

Le misure prese dall’Europa non bastano a limitare il marketing del cibo spazzatura

Sono passati otto anni da quando l’OMS ha lanciato l’appello alle nazioni di ridurre drasticamente il marketing del cosiddetto “Junk Food“, ossia il cibo spazzatura. Il 36% del pubblico televisivo è infatti costituito da bambini sotto i 13 anni che, affascinati dai colori e dalle invitanti presentazioni di dolciumi, patatine, caramelle, gelatine e cosi via, tendono a mangiare in maniera sconsiderata e poco salutare.
Un’indagine statistica di controllo ha purtroppo evidenziato che soltanto metà dei 53 paesi europei coinvolti ha limitato l’esposizione dei minori alla pubblicità di cibo spazzatura e molti tra essi in maniera insufficiente.

In Italia non ci sono provvedimenti governativi riguardanti la pubblicità del cibo spazzatura

Anche nel nostro Paese non risulta alcun provvedimento governativo che riduca l’esposizione dei bambini alle immagini del junk food; vige soltanto una sorta di auto-regolazione delle emittenti televisive che in modo autonomo hanno ridotto simili pubblicità. Tuttavia esistono molti altri canali mediatici che veicolano cibo spazzatura: basta pensare agli spot su internet, al packaging o all’introduzione subliminale di junk food in alcuni programmi TV.
Il problema di fondo, sottolinea l’OMS, è che la stessa Commissione Europea non ha ancora attuato il regolamento 1924/2006 che prevede la creazione di grafici nutrizionali e la suddivisione degli alimenti in categorie. Con tali strumenti si possono conoscere le corrette dosi di zuccheri, sali o grassi che ciascun alimento dovrebbe contenere, procedendo così alla modifica e alla correzione dei singoli regimi alimentari. Il problema dell’obesità infantile è un problema spesso sottovalutato, ma l’OMS ricorda che è ancora molto diffuso: nel mondo si calcolano circa 155 milioni di bambini in sovrappeso e, tra essi, circa 40 milioni di obesi.

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