23 maggio 2025 –
La notizia della maestra morta in gita scolastica, mentre si trovava con la classe su un pullman, riaccende il dibattito sulle retribuzioni dei docenti quando accompagnano in gita gli alunni, sui rischi e le responsabilità che si sobbarcano.
I docenti che fanno gli accompagnatori in gita scolastica
In realtà la notizia della maestra di 43 anni morta sul colpo a causa di un incidente stradale, mentre accompagnava i suoi alunni in gita, non è strettamente collegato con la retribuzione degli insegnanti.
Perché purtroppo gli incidenti stradali possono capitare in qualunque momento: l’unica cosa che possiamo dire è che si potrebbero prevenire molte morti come questa facendo prevenzione. Evitare distrazioni al volante, tenere una velocità moderata e mantenere le distanze di sicurezza.
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Tuttavia il dibattito si riaccende, perché è questo un periodo di gite scolastiche: con la bella stagione (nonostante le forti piogge un po’ in tutta Italia tra aprile e maggio) e verso la fine della scuola, molte classi vanno a visitare musei e luoghi d’interesse storico, scientifico o naturalistico in tutta la penisola e oltre.
Il fatto però è che sono sempre meno gli insegnanti che vogliono sobbarcarsi l’onere di accompagnare i ragazzi in gita. E a ben ragione, vista la retribuzione (assente) e i rischi (medio-alti) che si accollano gli insegnanti.
Retribuzioni aggiuntive assenti e mancanza di tutele adeguate
Fino a qualche anno fa, i docenti che accompagnavano le classi in gita godevano di una “diaria” o indennità di trasferta, ma la legge 23 dicembre 2005, n. 266, ha eliminato questo beneficio.
Oggi, infatti, gli insegnanti non ricevono alcun compenso specifico per le gite scolastiche. Tutto ciò che potrebbero ottenere sono ore aggiuntive che rientrano nel programma di lavoro del docente, e quindi che dovrebbero essere retribuite attraverso il FIS, il Fondo per le Istituzioni Scolastiche, che fa parte del più ampio Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa. Purtroppo, il compenso effettivo viene stabilito a priori in sede di contrattazione d’istituto, e quindi varia da scuola a scuola.
Secondo un sondaggio condotto dalla Tecnica della Scuola, i risultati parlano chiaro. Dei 2.055 partecipanti, di cui 1.938 erano docenti, le motivazioni che spingono gli insegnanti a rifiutare di accompagnare gli studenti in gita sono molteplici. Possono suddividersi in motivazioni pratiche, emotive ed economiche.
Il 48,8% dei docenti ha dichiarato di evitare le gite a causa dell’alto rischio legato a incidenti, che comportano responsabilità legali e morali enormi, senza però essere adeguatamente tutelati.
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Un altro 27,7% ha indicato come causa la difficoltà di gestire le classi, che nel corso degli anni sono diventate sempre più difficili da contenere, soprattutto in contesti esterni all’ambiente scolastico.
Infine, il 21,7% ha puntato il dito contro i compensi irrisori, che non giustificano la quantità di impegno richiesto. Accompagnare una classe, infatti, significa rinunciare al proprio tempo libero, lavorare ben oltre l’orario d’obbligo, senza che venga riconosciuto un compenso adeguato.
La difficoltà di bilanciare la responsabilità con la retribuzione
Accompagnare una classe in gita non è solo un lavoro fisico e pratico, ma comporta anche un grande carico emotivo. Gli insegnanti devono essere pronti a intervenire in qualsiasi momento e a gestire situazioni difficili, come incidenti o imprevisti, mettendo in gioco non solo la propria salute e sicurezza, ma anche quella degli studenti. E tutto questo per una retribuzione che spesso non rispecchia minimamente l’impegno richiesto.
In conclusione, se da una parte le gite scolastiche rappresentano una parte fondamentale del percorso educativo, che arricchisce la formazione degli studenti, dall’altra non si può ignorare quanto sia pesante il carico che grava sui docenti.
Senza una giusta retribuzione e senza adeguate tutele, molti insegnanti potrebbero decidere di non accettare più l’incarico di accompagnare gli studenti in gita. La questione è quindi aperta: potrebbe essere il momento giusto per riconoscere agli insegnanti il valore del loro lavoro e garantire una sicurezza adeguata, affinché possano svolgere questo compito con la giusta serenità.
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