“Mi volevano kamikaze, io sono diventato pasticcere”. Storia di Hilal Hamid

È davvero una storia di speranza e di riscatto, quella che vi raccontiamo oggi. È la storia di Hilal Hamid, afgano di venti anni che vive in Italia da 5.

E non è stata una vita facile, quella di Hilal. La mamma muore di parto, lasciando lui con la sorella e il papà. Lui cresce e studia in Pakistan, fino a quando il padre viene rapito e ucciso dai talibani.

Anche lui fu catturato, insieme ad altri ragazzi, da usare come kamikaze. Proprio così: non considerandoli buoni per combattere, li avrebbero fatti esplodere.

Lui per due volte si rifiutò, e fu torturato, lasciato senza mangiare e bere. Ma insieme ad un altro ragazzo riuscì a scappare ed arrivò a piedi in Grecia, e da qui in Italia. Dopo molto vagabondare, arrivò nella casa famiglia di Roma l’Approdo, dove fu curato per le terribili ustioni ricevute durante la prigionia.

Qui iniziò a studiare per diventare pasticcere. Dopo doversi tentativi, è riuscito a trovare lavoro in una bella pasticceria romana.

Una storia incredibile, un piccolo grande miracolo per un ragazzo che doveva finire la sua vita nell’esplosione di una bomba.

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