Non sapevo di essere incinta, ovvero: Le differenze tra la prima e la seconda gravidanza

Non sapevo di essere incinta.
O meglio, era la seconda gravidanza e non ho avuto il tempo di realizzarlo.

“Signora, spinga!”
“Ma, cosa sta dicendo?”
“Signora, spinga! È ora di far nascere questo bambino.”
“Dottore, ma com’è possibile? Quando è successo?”
“Circa nove mesi fa. E ora spinga!”

È più o meno così che succede con la seconda gravidanza, capita tutto in un battibaleno, senza che tu abbia il tempo di realizzare davvero l’accaduto.

Il giorno prima scopri di essere incinta e quello dopo sei in sala parto. È tutto ciò che sta nel mezzo che a tratti ti è sfuggito, perché eri troppo impegnata ad accudire il primogenito, a lavorare, a pensare alla casa, agli incastri, alle scadenze, agli impegni e hai dato a quella nuova pancia l’arduo compito di seguirti, di correre, di affannarsi, di fare i salti mortali al tuo fianco.

Le differenze tra la prima e la seconda gravidanza

Non prendiamoci in giro, la prima pancia è tutta un’altra storia. È diversa fin dal test di gravidanza, che pare avere l’importanza di un affare di stato. In quell’occasione trascini alla toilette anche il partner e fare pipì su quel bastoncino di plastica pare avere un non so che di romantico. La prima volta siete lì, mano nella mano, ad attendere il risultato che cambierà per sempre i vostri destini.

A esito positivo saltate all’unisono, neanche foste atleti del nuoto sincronizzato. Con la seconda gravidanza invece ti arrangi fin dal principio, compri il test in sordina e fai quel che devi a testa bassa. A test positivo, anziché saltare, ti siedi e ti concedi un bel respiro. A quel punto pensi a un modo carino per dirlo a lui, che a sua volta respira, deglutisce e sorridendo a denti stretti ti chiede: “Ma… sei sicura?”.

E ora che il dado è tratto dovrete trovare anche il modo di dirlo al vostro primogenito, quel nanetto tutta grinta nato con la certezza di essere il centro del vostro mondo, lui e lui soltanto, senza rivali.

Visite, ecografie e analisi

Comincia così la scalata, googli l’iter delle visite e delle cose da fare, perché anche se non è passato molto tempo dalla prima volta, non ti ricordi una mazza.
Alla prima ecografia, quella in cui il tuo bimbo è un fagiolo, ci vai con il giusto contegno, a dispetto della prima gravidanza, in cui ti eri segnata a calendario il countdown della visita con cuoricini e post-it. Questa volta ti basta sapere che va tutto bene. E tuo marito, dov’è? Ups… non è venuto, doveva lavare la macchina, visto che domani hanno previsto pioggia.

Tu ormai ti sei presa la mattina libera, quindi tanto vale fare la prima foto di rito allo specchio, quella per tracciare l’evoluzione della pancia nei mesi. Con il primo bimbo l’affare portava via mezza giornata, doveva essere tutto impeccabile, ora invece ti bastano una manciata di minuti e una pettinata blanda e ovviamente la presenza di tuo marito, questa volta, non è necessaria.

Perdite di memoria in gravidanza

Seguono settimane di vita regolare che, se non fosse per il reflusso, la nausea, il bottone che tira e il sonno che s’impossessa di te quando gli pare e piace, quasi quasi tra una corsa e l’altra saresti in grado di scordarti di essere incinta.
E le analisi del sangue??? Azz… le analisi! Dovevi farle due settimane fa, ma con l’inserimento a scuola del piccolo te ne sei completamente dimenticata.

Ma… com’è possibile che sia già giunta l’ora della morfologica? Non eravamo nella fase in cui la creatura era poco più che un fagiolo?
Ti rendi conto di aver saltato anche tutti i mirror selfie mensili che ti eri prefissata di fare. Pace anche alle foto panciute del mese, ne farai qualcuna a fine gravidanza.
Ma l’hai detto a tuo marito che sei incinta, vero? Guidi alla velocità della luce mentre il dubbio ti assale, maledetta gravidanza che ti fa scordare le cose. Lo chiami.

“Ma perché mi hai fatto venire fino in ospedale?” ti chiede lui tutto affannato.
“Sono incinta, ricordi? E stiamo per fare la morfologica.”
“Incinta??? Ecco perché mi sembravi così gonfia ultimamente. Ci vuole molto? Sai, dovrei lavare la macchina…”

Dottore: “Allora volete sapere se è un maschio o una femmina?”
Marito: “Beh, quello mi pare inequivocabilmente un pisellino.”
Dottore: “È una gamba.”

Sarà maschio o femmina?

Alla prima gravidanza tuo marito non sbagliava un colpo, riconosceva ogni organo del feto e recitava a memoria i percentili, ora invece piglia fischi per fiaschi ed è ossessionato solo dalla sua auto. Tu, che ancora speri di poter recuperare un po’ di magia, decidi che non vi farete dire il sesso, tanto a casa siete forniti di ogni cosa e per iniziare non servirà acquistare niente. Una sorpresa vi farà bene.

“Quindi se è femmina la vestiremo tranquillamente di blu?” se ne esce lui “Scelta ecologica amore, la approvo!”
“Non ho detto questo. In caso ci ammazzeremo di shopping una volta uscite dall’ospedale.”
“Dottore, è proprio sicuro che quella sia una gamba?” chiede tuo marito che alla parola shopping ha iniziato a sudare freddo.

La pancia cresce, arrivano i crampi e i dolori alla sciatica. Chiedi aiuto all’ostetrica.
“Signora sta prendendo il magnesio e le vitamine per la gravidanza, vero?”
Ups…
Capita poi che un giorno ti presenti per le analisi, fiera di essertene ricordata, ma l’infermiera ti fa notare che sei prenotata per il martedì successivo. Ti getti sulla sedia in preda allo sconforto e ti fai un pianto tutto ormonale.
“Tutto bene signora? Chiamiamo suo marito, qualcuno che la venga a prendere?”
Ovviamente ti arrangi, ci tieni alla tua autonomia, e non hai voglia di spiegare per l’ennesima volta al tuo partner che sei incinta, che ti dimentichi le cose e che forse avresti bisogno di riposare.

Coccole al pancione VS pugilato

Ormai manca poco all’ecografia del terzo trimestre, ma tanto sai già che va tutto bene, visto che tuo figlio maggiore ti saltella quotidianamente sulla pancia e ti chiede se può prendere a pugni il fratellino, mentre la santa creaturina che sta là dentro non fa una piega, scalcia che è una bellezza e ti invia così chiari segnali di salute.

Pare fantascienza ripensare alle dolci coccole che riservavi al tuo primo pancione.
Comunque sia il tuo sesto senso non mente, state bene, te lo conferma la ginecologa prendendo tutte le misure di routine. È l’ultima ecografia prima del grande incontro, ma… tuo marito, dov’è? Ah sì, sta pulendo l’auto, domani piove.

Dopo la visita, con il senso di maternità a palla, vai a comprare la prima tutina, almeno quella della nascita vuoi che sia nuova, dalla seconda in poi userà quelle del fratello. A questo punto ti viene in mente che devi ancora andare in soffitta, tirare giù gli scatoloni con i vecchi vestitini e lavare tutto da capo. Sembra romantico, un tuffo nei ricordi, ma il tuo subconscio si fa scappare un sonoro: “Che palle!”

Devi anche far saltar fuori dello spazio in casa per le cose della nuova creatura, ma quello è un problema minore, puoi sempre ridurre i cassetti destinati a tuo marito, gli ultimi in suo possesso. Tanto a lui bastano il garage e la sua auto.

Ecco fatto, tutto pronto! Puoi sederti ora, visto che in nove mesi non te lo sei ancora concessa.
Ah no, la valigia! Santa madre, è un lavoro essere incinte, altro che dolce attesa.

Per il primo figlio avevi usato sacchettini home made con tanto di nome e cognome ricamati dalla suocera, questa volta i sacchetti da congelatore formato large andranno benissimo. Fai per scriverci sopra nome e cognome con l’indelebile ma ti rendi conto che non ne hai ancora parlato con tuo marito. La creatura non ha un nome. Te lo appunti nella to do list di cose che dimenticherai tra dieci minuti.

E adesso forza, è solo ora di partorire!

Eccola che arriva, la prima doglia: chiara, lampante che non lascia spazio a equivoci. Tuo marito ti chiede di dormire altri dieci minuti e tu gli tiri un cazzotto sulle parti basse. Urla lui, urli tu: siete in travaglio. Lanciate il primogenito al volo a casa della nonna, dicendogli che tornerete presto con una bella sorpresa. “Voglio un trenino” blatera lui ancora mezzo addormentato.

Tuo marito in auto: “Amo, ma non abbiamo manco fatto il corso preparto sto giro, sei sicura che sia già ora?”
Lo mandi a quel paese come solo una donna in travaglio può fare.

“Signora, spinga!”
Eccoti lì sul lettino dell’ospedale, non riesci ancora a spiegarti come sia accaduto ma sta succedendo di nuovo.
E come un fulmine a ciel sereno il bebè fa il suo ingresso nel mondo. È una bellissima bambina!
“Congratulazioni!” esordisce l’ostetrica “Come la chiamiamo?”
Ti scambi un’occhiata di panico con tuo marito, cazzo, il nome! Lui guarda te, sei tu quella dei due che ha più fantasia.

“Gioia, Gioia andrà benissimo.”

E così siete genitori per la seconda volta, non ci avete capito niente, forse dovete ancora dire a qualche parente che sei, anzi che eri incinta, forse non vi sentivate ancora pronti, ma quando prendete quella creatura tra le braccia sentite scorrervi nelle vene la GIOIA più immensa che esista, ed è proprio come se fosse la prima volta.

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