Nuove regole per il congedo parentale nel 2024: cosa cambia per i genitori

Il 2024 segna un punto di svolta per il congedo parentale, introducendo una novità significativa: l’estensione dell’indennità all’80% per i primi due mesi di congedo, che anche nel secondo mese passa dall’essere retribuita al 30% a una copertura dell’80% dello stipendio.

Questa modifica, apportata dalla Legge di Bilancio 2024, rappresenta un sostegno economico rilevante per i genitori lavoratori che si assentano dal lavoro per dedicarsi alla cura dei propri figli.

Il Congedo parentale: una panoramica


Il congedo parentale, un diritto riservato ai genitori, si differenzia dal congedo di maternità e paternità per la sua natura facoltativa e la sua flessibilità.

Questa misura permette ai genitori di prendersi un periodo di astensione dal lavoro, fino a un massimo di 10 o 11 mesi in particolari casi (tra cui quello di genitore single), per dedicarsi alla cura dei figli nei primi 12 anni di vita.

In particolare, l’Inps copre economicamente i primi 9 mesi di assenza dal lavoro. Questo periodo può essere suddiviso e condiviso tra i genitori, offrendo loro la possibilità di gestire al meglio il tempo dedicato alla famiglia e alla carriera.

Fino al 2023 il congedo parentale dava diritto solo al 30% della retribuzione, una cifra bassa che impediva a tanti genitori di sfruttare appieno questa possibilità, ma già la legge di bilancio 2023, con l’estensione del periodo di congedo parentale, ha inserito la possibilità per uno dei genitori di usufruire di un mese di congedo con retribuzione all’80%, da utilizzare entro il sesto anno d’età del figlio.

Il mese di congedo facoltativo retribuito all’80%, nelle intenzioni dell’esecutivo, dovrebbe quindi consentire ai genitori di avere a disposizione un periodo di astensione facoltativa dal lavoro con una retribuzione adeguata.

Le novità del 2024


La Legge di Bilancio 2024 ha introdotto un incremento significativo nell’indennità per i primi due mesi di congedo, elevandola all’80% dello stipendio anche nel secondo mese, rispetto al precedente 30%.

I genitori hanno quindi diritto a nove mesi di congedo indennizzato, con i primi due mesi pagati all’80% dello stipendio e i successivi sette mesi al 30%. Tuttavia, è fondamentale notare che queste condizioni sono valide solo per l’anno in corso.

A partire dal 2025, la struttura delle indennità subirà ulteriori modifiche, offrendo un mese al 80%, uno al 60% e sette al 30%.

Un altro aspetto cruciale è che le nuove percentuali si applicano solo ai genitori che hanno terminato il congedo di maternità o paternità dopo il 31 dicembre 2023 e sono utilizzabili entro il sesto anno di vita del figlio. Queste modifiche non si estendono ai lavoratori autonomi o ai liberi professionisti con partita IVA, essendo specifiche per i lavoratori dipendenti sia privati che pubblici.

La misura, ovviamente, è rivolta sia ai nuovi nati che ai figli avuti in affidamento o in adozione, ed è utilizzabile da entrambi i genitori.

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