Pedopornografia e lockdown: in Italia reati aumentati del 77%

Quello della pedopornografia è una tema sempre attuale e, stando ai dati raccolti dalla Polizia Postale, il Lockdown del 2020 ha aggravato la situazione.

Si tratta di due argomenti tabù in Italia, di cui si parla poco e che invece andrebbero trattati con maggiore enfasi per permettere ai genitori di tutelare i propri figli. Invece, siamo qui a commentare un incremento dei casi di pedopornografia che, durante il lockdown di marzo 2020 ha fatto registrare un’impennata del 77% dei casi, rispetto all’anno precedente.

Pandemia e pedopornografia: la reclusione forzata ha peggiorato la situazione

L’emergenza sanitaria che ha caratterizzato il 2020 e, tutt’oggi, la vita di ognuno di noi ha determinato la reclusione forzata di milioni di minori.

Soli, demotivati e annoiati molti di loro hanno usato i dispositivi online (TV, tablet, smartphone) per trascorrere il tempo.

In questo contesto, in cui si è visto un massiccio utilizzo dei dispositivi collegati alla rete da parte dei minori, si sono create le circostanze favorevoli agli adescatori del web.

La pedofilia online

Sia chiaro, quello della pedopornografia è un mostro che esiste già da un po’ di tempo, nato con l’avvento e la diffusione di Internet. È compito dei genitori vigilare sui loro figli, quando questi utilizzano dispositivi e si collegano alla rete.

Tuttavia, la pandemia ha portato ad un maggiore utilizzo di Internet e anche i minori hanno trascorso molte ore davanti agli schermi di Pc, tablet e smartphone.

I dati della pedopornografia nel 2020

Secondo l’Associazione Meter Onlus nel corso del 2020 sono raddoppiati i numeri di link e materiale pornografico denunciati alle autorità. Si è passati da 8.489 del 2019 a 14.521 del 2020.

L’Italia è il quarto Paese in Europa per le segnalazioni di pedopornografia, con 70 segnalazioni nel 2020 rispetto alle 2 del 2019.

L’incremento dei numeri è stato registrato durante il periodo di lockdown, ovvero tra febbraio e maggio 2020. A testimonianza del fatto che la reclusione ha favorito i pedofili e aggravato una situazione già complessa.

I canali preferiti dagli adescatori di minori sono i Social e i servizi di messaggistica istantanea. Purtroppo, la tecnica più in voga e riscontra il maggior successo è quello della falsa identità: fingendosi un minore, il pedofilo conquista la fiducia della vittima.

Il video della settimana