Il pianto del bebè: consigli da mamma a mamma

Il periodo di mia figlia da 0 a 12 mesi lo ricordo bene e lo ricordo come il più bello e il più brutto della mia vita.

Mi spiego meglio: abituarsi a una piccola estranea che dorme a casa tua non è tanto difficile, ma cercare di capirla, beh quella è stata tutta un’altra storia.

Il pianto del bebè, a volte ti coglie all’improvviso, ti spiazza e ti manda in panico.

Ben presto ho capito che ogni pianto ha un perché e c’è sempre un modo per calmarlo.

Vuoi saperne di più? Continua pure a leggere.

Il pianto del bebè che non si trova nel “suo” ambiente

Siamo genitori, ma anche esseri umani adulti con una parvenza di vita sociale. Quindi potrebbe capitare di andare al supermercato o di essere invitati a qualche cena e via dicendo. Il bambino, se molto piccolo, potrebbe trovarsi spiazzato. Le luci, i rumori forti, tutte quelle persone che lo guardano potrebbero innervosirlo. 

Io tenevo sempre chiusa la carrozzina, in modo che Penelope stesse tranquilla, ma quando partiva col pianto inconsolabile, la cosa migliore da fare era appartarmi con lei in un luogo tranquillo e non troppo illuminato e cullarla un po’. Se proprio non bastava allora si passava all’arma segreta: l’allattamento.

Il pianto del bebè che si annoia

A volte i nostri piccoli piangono per la noia. Non possono ancora spostarsi e non sanno giocare da soli. La loro mente si sta formando, quindi non hanno nemmeno fantasia. E guardare sempre lo stesso punto non è proprio il massimo.

Con Penelope usavo un metodo suggerito dalla Hoggs: da 0 a 3 mesi le facevo guardare una linea retta disegnata su un foglio di carta, il suo occhio non ancora formato la percepiva come una linea in movimento. Da 3 a 5 mesi, la linea retta è diventata un cerchio. Inoltre, cercavo di cambiarle spesso posizione o magari la spostavo da una stanza all’altra. Funzionava!

Mamme evitate la stanchezza

Quante volte ti sarà capitato di girarti nel letto e non riuscire a dormire per la stanchezza? Anche ai bambini succede e loro non sanno gestire la frustrazione, quindi il pianto da stanchezza è ancora più forte. Il mio consiglio è quello di non arrivare a questo punto, ma se ormai il limite è stato superato puoi provare due metodi:

  1. Il classico metodo del giro in macchina (con mia figlia non ha mai funzionato)
  2. Cullare il piccolo in maniera molto vigorosa (lasciavo questo compito al papà)

La stanchezza da evitare però non è solo quella del piccolo, ma anche la tua.

Chiedi aiuto se ne hai bisogno. Un bambino che piange può diventare davvero fastidioso e allontanarsi qualche minuto per riprendere aria può aiutare a vedere le cose con più lucidità. Affida il bambino a qualcuno di fiducia, fai una passeggiata e torna a casa. Se tu sei più calma, anche il tuo bambino lo sarà.

Siamo mamme, abbiamo i superpoteri, ma a volte non bastano. Credimi se ti dico che non c’è nulla di male a chiedere aiuto, non sentirti in colpa mai.

Non c’è niente di male ad essere umane e stanche :)

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