La povertà educativa: allarme per i nostri bambini

Ci si preoccupa della povertà economica e conseguentemente di assicurare ai bambini tutti i beni materiali di cui hanno bisogno, ma il vero allarme – secondo l’ultimo rapporto di Save the Children – è la povertà educativa. Ben due milioni, tra bambini e adolescenti, si trovano in questa situazione e il fenomeno sembra non certo destinato a fermarsi, ma ad aumentare inesorabilmente.

Povertà educativa, la campagna di sensibilizzazione di Save the Children

Proprio per sensibilizzare sul tema, Save the Children ha promosso la campagna Illuminiamo il Futuro: dal 3 al 9 aprile in tutta Italia ci saranno circa 650 eventi tra convegni, mostre, seminari, laboratori, workshop per parlare di povertà educativa.

Per il 2030, Save The Children ha indicato 3 obiettivi fondamentali per l’eliminazione della povertà educativa in Italia, perché è essenziale interrompere il ciclo di disuguaglianza, offrendo servizi educativi di alta qualità nelle scuole e nelle comunità.

Ecco i tre obiettivi chiave:

  1. Apprendimento e Sviluppo: Ogni bambino ha il diritto di imparare, esplorare e sviluppare le proprie capacità, talenti e aspirazioni, non solo a scuola, ma anche all’interno della famiglia e della comunità, che sono fondamentali per la loro crescita e contributo al benessere collettivo.
  2. Offerta Educativa di Qualità: È fondamentale garantire a tutti i minori l’accesso a un’educazione di qualità. Creare un sistema scolastico che supporti i bambini dalla tenera età all’adolescenza è cruciale per proteggerli da disagio e emarginazione, contribuendo alla costruzione del loro futuro.
  3. Contrasto alla Povertà Minorile: Eliminare la povertà tra i minori è un passo indispensabile per favorire la crescita educativa e culturale. Solo rimuovendo questa barriera, i bambini possono avere pieno accesso alle opportunità di apprendimento e sviluppo.”

Necessari più interventi di educazione allo sviluppo

Connesse alla povertà educativa vi sono alcune criticità come la dispersione scolastica, la debolezza di molti percorsi educativi  e formativi e la sottovalutazione dell’importanza del nido. Nei primi anni di vita il bambino è al massimo delle sue capacità cognitive e fisiche che spesso rimangono inespresse. Anche il tempo pieno scolastico potrebbe essere una buona opportunità per svolgere attività extracurriculari importanti per lo sviluppo.

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