Pubertà precoce e percezione di sé: i consigli della psicologa

La pubertà precoce è un fenomeno biologico e sociale che sta ricevendo sempre più attenzione. Questa fase, caratterizzata dall’inizio precoce dei cambiamenti fisici e ormonali tipici della pubertà, può avere implicazioni significative sul benessere psicologico e fisico dei giovani.

Come possono i genitori e i bambini gestire al meglio le sfide emotive e fisiche che derivano? La dottoressa Cecilia Bagnoli, psicologa di MioDottore ci regala qualche consiglio utile per affrontare questo delicato stadio del viaggio verso l’adolescenza.

Pubertà precoce nei bambini: di cosa si tratta

La pubertà precoce è una condizione che caratterizza bambini e bambine in cui lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari avviene prima di quella che è considerata la soglia tipica: nelle bambine tra gli 8 e i 13 anni, mentre nei bambini tra i 9 e i 14 anni.

Si parla dunque di pubertà precoce nei casi di bambine che iniziano a maturare prima degli 8 anni e di bambini prima dei 9 anni. Per sviluppo puberale si intendono tutte le modificazioni corporee e psicologiche tipiche della transizione tra infanzia e adolescenza, come la comparsa della prima peluria (pubarca), la comparsa dei seni (telarca), la produzione di liquido seminale (spermarca), i primi segni di acne e la crescita ossea.

Lo sviluppo puberale non coincide con il menarca, ma nei casi di pubertà precoce, frequentemente anch’esso si presenta prima dell’età tipica.

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Pubertà precoce e pubertà anticipata

È importante distinguere tra pubertà precoce e anticipata: nelle bambine che mostrano i segni sopracitati dopo gli 8 anni, ma prima dell’età media, si parla di pubertà anticipata e non precoce; lo stesso vale nei bambini dopo i 9 anni, ma prima dell’età media.

Tale condizione è notevolmente più frequente nelle femmine, per una percentuale che si aggira – secondo gli studi europei – attorno al 5% della popolazione, mentre nei maschi la percentuale è pari all’1%.

Pubertà precoce: i segnali

Un genitore può notare che il proprio figlio o figlia, comincia prima degli 8-9 anni a mostrare segni di maturità fisica che non si sarebbe aspettato di vedere prima dell’età media.

I segnali dal punto di vista fisico

Nelle figlie, il genitore può accorgersi di una notevole crescita in altezza, sviluppo della “nocciolina” mammaria, comparsa della peluria a livello pubico e ascellare, tratti somatici più maturi rispetto alle coetanee.

Nei bambini, avviene una più rapida crescita ossea, compare la prima peluria pubica, ascellare e talvolta anche sul viso, ma soprattutto si nota uno sviluppo atipico dei testicoli.

I segnali dal punto di vista psicologico

Quelli indicati finora sono i tratti che si possono osservare da un punto di vista fisico. Tuttavia, la pubertà precoce dipende da un’attivazione ormonale anticipata che genera anche cambiamenti psicologici: questi bambini subiscono trasformazioni fisiche di cui spesso si accorgono, riscontrando differenze tra il loro aspetto e quello dei coetanei; non solo, ma lo sviluppo ormonale può generare forme di eccitamento sessuale che non comprende, che spaventano e distraggono.

Un genitore può quindi accorgersi dei segni di pubertà precoce anche a partire da come il figlio o la figlia mostra di sentirsi e si comporta: alcuni segni di disagio possono essere:

  • tentativi di nascondere il corpo
  • ritiro sociale
  • timore del giudizio
  • senso di inadeguatezza
  • eccessiva vergogna
  • desiderio di mostrarsi
  • impulsività
  • comportamenti sessualizzati convenzionalmente attribuiti all’adolescenza

Quali sono le problematiche e i possibili rischi che la pubertà precoce comporta?

Qui ci limiteremo ad affrontare la tematica da un punto di vista psicologico. Dobbiamo metterci nell’ottica di un bambino che, già prima degli 8 anni, vede il suo corpo trasformarsi più rapidamente di quello dei coetanei e, spesso, avverte le preoccupazioni e le angosce dei genitori che non si spiegano tali cambiamenti.

Un bambino di quell’età potrebbe sentire di non avere controllo sul proprio corpo in evoluzione percependolo come estraneo, o potrebbe pensare di non essere “normale”: in sunto, si può sentire inadeguato e spaventato.

Tra i 6 e i 12 anni circa, si parla di periodo di latenza: una fase dello sviluppo psicosessuale citata in primis da Freud, dove gli impulsi libidici si placano e il bambino si dedica interamente al proprio sviluppo cognitivo, godendo delle cose che impara e delle competenze che acquisisce in quegli anni.

In un bambino in pubertà precoce è come se questa preziosa fase di sviluppo fosse ostacolata dai segnali inviati dal corpo. È inevitabile per lui o lei rendersi conto che non è come gli altri si aspettano ed è inevitabile che investa una grande attenzione sul corpo, vergognandosene e/o – al tempo stesso – nutrendo la curiosità di esplorarlo e conoscerlo.

Tutto questo genera un disagio che non ha ancora le risorse mentali per gestire da solo/a. Tenderà a ricercare da sé modalità di rassicurarsi e/o di rassicurare mamma e papà. Tenderà a cercare di difendere il suo corpo infantile, a volte, provando a nascondere i suoi segni di sviluppo precoce visibili agli altri.

Lo sforzo di fare questo può diventare angosciante, il che può aprire alla possibilità di porre le basi per un successivo sviluppo psicopatologico. Al genitore che nota questi sintomi si consiglia di rivolgersi al pediatra di riferimento al fine di ottenere le indicazioni terapeutiche più opportune, ma dato che è fondamentale che egli rimanga un elemento di supporto indispensabile per il figlio o la figlia, si consiglia di rivolgersi anche ad uno psicoterapeuta specializzato in infanzia e adolescenza, che possa prendere in carico il/la minore e dare supporto ai genitori.

Gestire il vissuto di impotenza e preoccupazione di fronte ad una condizione come questa, può essere infatti difficile sia per il bambino, o la bambina, che per il genitore.

Terapie per la pubertà precoce: intervenire su due fronti

Da un punto di vista medico, è bene rivolgersi al proprio pediatra, che consiglierà approfondimenti clinici attraverso esami del sangue, radiografie ed ecografie e, se necessaria, la somministrazione di farmaci.

La presenza anticipata di caratteri sessuali secondari può dar luogo a significative alterazione a livello emotivo, sia nei bambini che nei loro genitori: i precoci cambiamenti che avvengono a livello fisico, provocano inevitabilmente una serie di eventi tipici dell’età puberale, che si manifestano anche sul piano emotivo e comportamentale, ma con un’adeguata terapia si può ottenere la regressione dei caratteri sessuali secondari e si aprono buone probabilità per una crescita normale anche da un punto di vista fisico.

Da un punto di vista psicologico, la psicoterapia è lo strumento principe di gestione del disagio: l’ambiente in cui il bambino vive – primo fra tutti, la famiglia – è fondamentale che sia supportivo, accettante e comprensivo; il giudizio o l’eccessiva angoscia di un genitore, comporta un incremento massivo del disagio emotivo del bambino o della bambina.

Dobbiamo tenere presente che il bambino reagisce a ciò che gli accade in base a come vi reagisce il genitore. Se un bambino la cui crescita fisica non viaggia alla stessa rapidità della sua crescita mentale – e già si trova in balia della confusione data dal confronto con gli altri e dallo sconvolgimento ormonale – vive in un contesto famigliare che non riesce a tollerare e a contenere il suo malessere, questi avrà maggiori difficoltà a gestire il disagio. Per questo è bene consultare uno psicoterapeuta specializzato in infanzia e adolescenza.

Psicoterapia: quando e come?

Quando“: è bene occuparsi del bambino o della bambina che vive questa condizione tempestivamente, ovvero senza lasciarlo/a solo/a in balia di tutte le fantasie e pensieri che lo/a attraversano, troppo a lungo.

Premetto che da un punto di vista psicologico tale condizione non è di per sé qualcosa di “grave”, per usare un termine comune, ma semplicemente qualcosa che capita e che il bambino subisce. Se ben supportato, la prognosi è spesso positiva e il bambino non mostrerà segni di disagio psicologico in adolescenza o più tardi, ma vivrà la sua condizione in maniera accettante e positiva fintanto che il suo sviluppo fisico e quello mentale non torneranno a viaggiare parallelamente alla medesima velocità.

Questo se non sussistono altri screzi patologici da un punto di vista psicologico o organico e qui passiamo al “Come”: gli accertamenti medici sono da svolgere sempre e comunque, in modo tale da escludere eventuali patologie e intervenire con la terapia più adeguata; in tutti i casi è bene seguire prima di tutto le indicazioni del pediatra e successivamente servirsi di un supporto psicoterapeutico.

È importante dunque la diagnosi differenziale da altre patologie che possono aver determinato la pubertà precoce, sia da un punto di vista medico che psicologico clinico.

Dott.ssa Cecilia Bagnoli
Psicologa

Specializzanda in Psicoterapia Psicoanalitica dell Infanzia e dell Adolescenza

Studio di Psicologia – Voghera, PV
Via Emilia 58, Voghera

Bibliografia

  • Faleschini, E., Borrotto, G., Giuseppin, I. (2003). Puberta’ precoce, pseudopuberta’ e affini. Medico e Bambino pagine elettroniche 2003;6(10) https://www.medicoebambino.com/?id=SEM0310_10.html
  • Freud, S. (1905). Tre saggi sulla teoria sessuale. Al di là del principio di piacere. Bollati Boringhieri, 2012, Milano
  • Pizzo, A., Dugo, C., Fattori, A., Borrielli, I., Mastroeni, M.T., Moscheo, I., Dugo, N., Dinatale, A. (2007). La nostra esperienza nel trattamento della pubertà precoce. Giornale Italiano Ostetricia Ginecologica, Vol. XXIX – n. 4

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