Ricatti emotivi: ecco perchè sono pericolosi

Un bambino può essere capace di mettere davvero a dura prova la pazienza di un adulto che, per liberarsi al più presto dei capricci, pensa di uscire dalla situazione spiacevole utilizzando l’escamotage del ricatto.

Questa scelta, però, ha due diverse soluzioni: ricevere un premio oppure una punizione.
Agire con il ricatto può voler dire creare delle conseguenze nel bambino decisamente disfunzionali e questo può essere davvero pericoloso per la serenità del piccolo e la crescita serena.

I pericoli di ricattare emotivamente un bambino

Il ricatto emotivo viene solitamente utilizzato per risolvere in modo rapido un capriccio o per ottenere facilmente un comportamento specifico.

Questo atteggiamento, però, porta inevitabilmente a due conseguenze disfunzionali per la sua crescita.

Ricattando il bambino tramite l’utilizzo di un premio o una punizione, si allontana il piccolo da quello che dovrebbe essere il punto più importante, ovvero la comprensione della situazione, delle emozioni proprie e degli altri, della dinamica di causa ed effetto che avvengono con un’azione o un comportamento specifico.

Questo, inoltre, metterebbe il bambino nella condizione di non riuscire a comprendere nessun tipo di situazione e di non saperla gestire autonomamente, ma solo tramite la veicolazione da parte di un adulto, allontanando sempre più la sua capacità emotiva di autonomia.

Il bambino perde così la cognizione di sè, allontanandosi continuamente dai suoi desideri, i suoi obiettivi e non riesce a trovare una strategia efficace per raggiungerli.

Il pericolo di ricattare un bambino non porta esclusivamente a problematiche comportamentali future, ma anche immediate in quanto il piccolo, una volta capito il meccanismo del ricatto e dell’immediatezza del risultato, inizierà ad utilizzarlo per ottenere determinate cose dai genitori.

Per evitare di mettere in atto queste dinamiche disfunzionali, bisogna porre il bambino nelle condizioni di comprendere sentimenti e bisogni altrui, dargli la possibilità di poter anche esprimere le sue emozioni, lavorando sulla consapevolezza di se stesso tramite il dialogo che si deve instaurare tra bambino e genitori che si occuperanno di fargli provare le emozioni e di farle esprimere: se l’adulto esprime i propri sentimenti davanti al bambino e gli insegna, così, a fare lo stesso, il bambino riuscirà a sviluppare un’intelligenza emotiva molto più sana, che gli permetterà di mettere in atto comportamenti e strategie funzionali al raggiungimento di un obiettivo, senza che nessuno delle due parti ricorra all’attuazione del ricatto.

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