I rischi e pericoli dello svezzamento precoce

Delle volte svezzare (che brutta definizione: perdere un vizio, guarda un po’, quello della tetta!) sembra essere una gara per chi ha il figlio più veloce, più bravo, più bello e che cresce più in fretta. Ecco, questo è il problema, dimostrare agli altri che nostro figlio cresce velocemente o peggio ancora, mettere a tacere le proprie insicurezze.

Si, perché molte mamme vengono costantemente sommerse da dubbi e consigli sull’allattamento, un classico? “Il tuo latte non basta”, “Lo farai morire di fame” e così via. Ecco che la povera mamma, per stare serena e non rischiare che il figlio “muoia di fame”, inizia a inserire alimenti solidi proprio quando non dovrebbe. Paure, insicurezze e il danno è fatto. Ecco alcuni rischi in cui si può incorrere procedendo con lo svezzamento precoce.

Valutare se il bambino è pronto ai cibi solidi

Eppure caspita, ci diciamo, pure il pediatra a 4 mesi ci consiglia l’inserimento dell’omogeneizzato di frutta, perché si, in fondo che sarà mai un po’ di mela? Bene, solitamente una mamma inesperta non sa a quali rischi può andare incontro e del resto, avere un bimbo che mangia “già” la frutta a 4 mesi è erroneamente un motivo di vanto. Ecco la brutta notizia: enti autorevoli come l’OMS e il Ministero della Salute consigliano di allattare in modo esclusivo, al seno o con latte artificiale, almeno fino ai 6 mesi. Ciò significa che prima il bambino non sarà pronto.

Ma pronto per cosa? Ovviamente per ricevere cibo solido o semi-solido. O meglio, lui potrà anche accettarlo, ma il suo apparato digerente non sarà sufficientemente pronto a elaborarlo correttamente. Quali i rischi? si parla soprattutto di obesità, un quanto vengono assorbite più sostanze nutritive del reale fabbisogno, e lo sviluppo di allergie e intolleranze alimentari.

Tenere sempre a mente che il Ministero della Sanità ha stilato apposite linee guida dove si spiega come uno svezzamento anticipato possa essere dannoso perché il bambino non è in grado di digerire certi alimenti, ma anche perché determinati alimenti possono essere contaminati da agenti patogeni, causando vomiti e diarrea nel bambino.

Quindi: quando iniziare lo svezzamento?

A chi dare retta quindi? Al nostro istinto di mamma, istinto, non orgoglio, e ai segnali del nostro bambino. La cosa fondamentale è che abbia perso il riflesso di estrusione e che riesca a stare seduto. I bambini non hanno tutti gli stessi tempi, ma partiamo comunque dal presupposto che fino ai sei mesi il nostro bimbo non morirà di fame e che non si vince alcun premio se lo si “svezza” prima.

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