Sciopero del poppante: che cos’è e come affrontarlo

Con il modo di dire “sciopero del poppante” si intende di norma quella circostanza in cui il neonato non vuole più ciucciare il latte dal seno della mamma.

Si tratta spesso di una fase passeggera che può durare pochi giorni e risolversi spontaneamente, oppure di un problema più serio che potrebbe prolungarsi più a lungo. Non tutti i bambini poi attraversano questo periodo nella stessa maniera, e lo sciopero del poppante può perciò venirsi a presentare in forme e modi anche molto diversi l’uno dall’altro.

Lo sciopero del poppante: quando il bimbo smette di ciucciare

Spesso accade in modo improvviso, senza alcun preavviso da parte del piccolo. Da un giorno all’altro un neonato può smettere di attaccarsi al seno e ciucciare il latte materno.

Solitamente in questa fase il piccolo è nervoso, irritabile e continua a lamentarsi per qualsiasi situazione minimamente fastidiosa. Come sottolineato si tratta di un momento di solito ristretto in pochissimi giorni ma che il più delle volte comunque agita e scombussola tante mamme.

In numerosi casi si arriva a pensare di sbagliare qualcosa o persino di non avere più latte. Occorre invece partire dal presupposto che lo sciopero del poppante è di fatto una fase transitoria che quasi tutti i bambini devono attraversare, e che nella maggior parte dei casi si conclude in 3-4 giorni al massimo.

I vari tipi di sciopero del poppante

È stato lo stesso Istituto Superiore della Sanità ad elencare le diverse tipologie di sciopero del poppante che una mamma può dover affrontare:

  • In alcuni casi il bimbo potrebbe attaccarsi al seno ma poi non succhiare, e dunque non mangiare.
  • In altre circostanze il neonato non vuole neppure saperne di attaccarsi al seno, e inizia a piangere e fare i capricci non appena viene avvicinato.
  • Altro caso ancora è quello in cui il piccolo si attacca al capezzolo ma poi in modo improvviso e repentino vi si stacca quasi come se stesse per soffocare.
  • Può persino accadere che un bambino voglia succhiare soltanto da un seno, dimenticando l’altro.

Le principali cause dello sciopero del poppante

Diversi possono essere anche i motivi che inducono lo sciopero del poppante.

In prima battuta questo può essere provocato da una malattia, o un malessere fisico del bimbo. Spesso il male alla testa, alle orecchie o alla gola, spinge un neonato a rifiutare il latte della mamma. Anche la comparsa dei dentini potrebbe spiegare una difficoltà nella poppata.

Mamma e papà in fase di allattamento devono anche osservare la posizione del proprio bimbo, dato che causa di questa mancata voglia di latte potrebbe anche essere un dolore legato ad un posizionamento errato durante la poppata.

Altra spiegazione pratica potrebbe essere quella legata all’introduzione del biberon o del ciuccio nella vita quotidiana del bimbo.

Movimenti bruschi del seno quando il bambino è attaccato, limitazione di orari e durata della poppata, o decisi cambiamenti di atteggiamento possono ancora causare una fase di sciopero del poppante.

La mamma deve poi prestare attenzione anche a possibili cambiamenti di tipo affettivo e psicologico, che sono capaci di incidere sulla volontà di mangiare di un bimbo esattamente come una causa di tipo fisico.

Una separazione prolungata dalla mamma, una persona nuova e sconosciuta che comincia ad occuparsi di lui, un odore diverso della mamma che magari ha cambiato profumo o deodorante, potrebbero essere altri fattori scatenanti lo sciopero.

Come reagire davanti allo sciopero del poppante?

La prima cosa da fare quando il proprio bimbo decide di interrompere la regolare poppata è senza alcun dubbio avere pazienza e stare tranquilli.

Come detto spesso si tratta di una fase che dura appena qualche giorno e che quindi non deve dare adito ad isterismi eccessivi. In ogni caso è certamente utile cercare di individuare e risolvere le cause scatenanti lo sciopero del poppante, siano esse fisiche o più generali.

Qualora il caso sia più complicato e il bambino non reagisca nell’arco di 3-4 giorni buona scelta è quella di rivolgersi al proprio pediatra di fiducia o eventualmente ad un consulente per l’allattamento.

Ovviamente più complicate da risolvere sono cause legate ad un allontanamento, un cambiamento importante delle abitudini di vita o una diversa gestione dei rapporti familiari. In tali circostanze è buona cosa cercare di rassicurare il bimbo sia a voce sia con i gesti fisici. Carezze, coccole e baci possono certamente tranquillizzare il neonato e indurlo a comportarsi in modo più regolare.

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