Scuola e pandemia ai tempi delle varianti

L’argomento scuola e pandemia rimane molto travagliato, e continua a trovare in disaccordo studenti, genitori, Governo, Presidenti di Regione e Presidi. Il Governo, nonostante l’appello dei 2.500 presidi che chiedevano due settimane di DAD ha deciso di ignorare la richiesta e tenere le scuole aperte.

Situazione scuola e pandemia: sempre più tensione

La tensione si è un po’ attenuata tra famiglie, scuole e Governo : dopo la sospensione dell’ordinanza per le scuole chiuse in Campania, i ragazzi tornano in classe, pur con tutte le dovute precauzioni messe in atto dal Governo e dai dirigenti scolastici. Infatti in queste ultime settimane, si è molto parlato della possibilità di mettere le classi direttamente in didattica a distanza fino a fine mese, quando i casi presumibilmente caleranno, ma il Governo si è subito dichiarato contrario, come anche tantissime famiglie.

Le nuove regole del Governo e la tutela delle lezioni in presenza

Le premesse per una riapertura in sicurezza, il Governo le ha valutate attentamente e in base a questo, ha deciso di far tornare i ragazzi tra i banchi di scuola.

Patrizio Bianchi, Ministro dell’Istruzione, non nasconde la preoccupazione legata al rientro e ai probabili contagi, ma mostra positività per la gestione dei nuovi contatti positivi, della didattica in classe e se necessario della didattica a distanza, ma confida in un miglioramento e in una gestione ottimale, nonostante la situazione vaccinale sia ancora in alto mare e il personale, scolastico e non, risulti non sufficiente.

In merito al Decreto Legge emesso qualche giorno fa, il Ministro dell’Istruzione ha dichiarato :

La decisione presa dal governo tiene conto, da un lato, dei dati sanitari e dell’evoluzione della pandemia, dall’altro, rappresenta una scelta chiara che tutela la possibilità per studentesse e studenti, tenendo conto del diverso grado di vaccinazione raggiunto e del diverso grado di scuola, di continuare a frequentare in presenza, a garanzia di un’uguaglianza sostanziale di accesso al servizio scolastico

I favorevoli al ritorno programmato alla DaD

Non sono mancati colpi di scena in questo lungo dibattito, che ormai dura da circa due anni, cioè dall’inizio della pandemia. Qualche giorno fa una studentessa del liceo linguistico Palumbo di Brindisi aveva pubblicato un sondaggio sul ritorno alla DaD. Il dato sorprendente è stato proprio il grande numero di ragazzi favorevoli al ritorno alla didattica a distanza : su 308mila votanti, 283.360 gli studenti delle scuole superiori (92%) hanno dichiarato di preferire la didattica a distanza fino a fine gennaio.

Se per i ragazzi c’è il timore dell’incertezza, con lo spauracchio di una “DaD a singhiozzo” visto il progredire dei contagi, c’è anche la paura di portare a casa il Covid come nel caso dello studente “assente per paura del Covid“. Non manca inoltre il timore di pesare sulla situazione lavorativa dei genitori con quarantene e isolamenti forzati.

Deve essere chiaro che questa è la posizione solo di alcuni studenti delle scuole superiori, che quindi si possono gestire in autonomia per la DaD, mentre di parere diverso sono i genitori con figli più piccoli : i bambini sotto i 14 anni non possono stare a casa da soli e hanno bisogno di essere seguiti. Inoltre non tutti i genitori possono usufruire dello smartworking.

Ad ogni modo, poiché i contagi sono ancora in crescita, secondo le stime di Tuttoscuola entro il 17 gennaio potrebbero essere ben 200mila su 369mila le classi costrette a seguire le lezioni da casa.

I dati sui contagi : presto il picco

Il bicchiere sembra sempre mezzo pieno o mezzo vuoto : se c’è chi si sente confortato dalla vicinanza del picco dei contagi (perché vuol dire che presto caleranno), c’è chi si sente comprensibilmente spaventato dal numero impressionante di casi. Ma c’è anche da dire che sono tantissimi a fronte di un numero altissimo di tamponi (abbiamo superato quota 1.181.179 di test, tra molecolari e antigenici).

Secondo i dati Istat attualmente il contagio giornaliero della variante Omicron, più leggera rispetto alle altre varianti di Coronavirus ma trasmissibile con più facilità, sta subendo un incremento di circa il 12% giornaliero.

Il dato è comunque preoccupante, visto che a subirne le conseguenze, con una eventuale chiusura, potrebbero essere principalmente i 7 milioni di studenti che frequentano i vari istituti 277mila dei quali con disabilità, per un totale di 369 mila classi.

Alla data del 6 gennaio, con la fine delle festività, si sono registrati circa 300mila studenti positivi, così suddivisi:

  • 35mila per la scuola materna

  • 95mila per la scuola elementare

  • 65mila per le scuole medie

  • 105mila per le scuole superiori

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