Siria, i bambini tornano nelle case distrutte dalla guerra per paura del Coronavirus

Un duro colpo quello del Coronavirus alla situazione già precaria della Siria, in questo momento letteralmente in ginocchio. Intere famiglie abbandonano i campi profughi per timore del contagio. Una situazione già critica prima della diffusione del virus, e che ora rischia di crollare definitivamente distruggendo migliaia di famiglie ed eliminando i sogni di bambine e bambini di ogni età.

La situazione instabile in Siria

Le scarse condizioni di igiene e il costante sovraffollamento dei campi profughi non aiutano di certo nella lotta contro il Coronavirus nel Paese, la cui sanità in questo momento è al collasso. Gli ospedali pubblici e le strutture sanitarie rimaste in piedi dopo i bombardamenti sono troppo poche e a questo si aggiunge la scarsità di acqua e medicinali. Il colpo più duro lo riportano i campi profughi, luoghi in cui centinaia di famiglie con i loro bambini avevano inizialmente trovato riparo dal conflitto.

Se nelle grandi città è ancora possibile attuare le norme di distanziamento sociale, per quanto limitate fossero le risorse economiche a disposizione, i campi profughi sono abbandonati al loro destino, e con essi moltissimi bambini di tutte le età. Cure e medicinali a disposizione sono quasi introvabili, e i beni di prima necessità (come il pane) sono costosissimi a causa della svalutazione della moneta siriana.

Save The Children al fianco dei bambini

Una delle prime organizzazioni internazionali a scendere in campo, è stata proprio Save The Children, impegnata da anni nella lotta alla povertà e per i diritti dei bambini. I membri del team, tra cui moltissimi medici ed infermieri volontari, si sono subito precipitati nelle zone colpite per cercare di aiutare famiglie e bambini. Sono stati distribuiti cibo, acqua e medicinali in grande quantità; stando però alle dichiarazioni dei membri, la situazione sarebbe disastrosa. Al momento i bambini stanno facendo ritorno nelle case distrutte dai bombardamenti per evitare il contagio.

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