Sos bambini e parolacce!

Sì, è appena successo ed è successo a voi: il pargolo di tre anni ha apostrofato con un inequivocabile “Vaffa” la vecchia zia che non vedevate da anni.

A chi non è mai capitato? Parenti, amici, colleghi di lavoro possono nel tempo essere le innocenti vittime dell’ultima scoperta di vostro figlio: le parolacce. Una volta che il linguaggio inizia a crescere in maniera esponenziale, e le parole assumono contorni ben precisi, i piccoli cominciano a sperimentare il gusto di osservare l’effetto che il loro modo di esprimersi ha sulla famiglia. Con orgoglio crescente osservano quindi la vostra felicità e la vostra contentezza man mano che parlano in maniera sempre migliore.

Ma questa è anche l’età in cui si mette alla prova il proprio potere, e il parlare sporco, o coprolalia ne è una dimostrazione. Diventa chiaro che dire parolacce mette in imbarazzo e fa arrabbiare i grandi: e questo fa sentire più forti.

Ma come fanno i bimbi a imparare questi termini? Purtroppo le possibilità sono infinite. Per quanto la visione della tv sarà controllata, ci sarà sempre un’espressione volgare che vi sfuggirà. Per quanto facciate attenzione al linguaggio, ecco che il piatto del servizio buono si schianta a terra e voi cacciate una maledizione. Fateci caso: impiegherete una vita a far ripetere a vostro foglio il proprio nome, ma il primo “porc…” lo imparerà in un attimo. I misteri della crescita.

Ormai il danno è fatto: ma come dobbiamo comportarci adesso?

Per prima cosa spiegategli che non si parla in quel modo, che quando lo fa voi diventate tristi. In nessun modo fatevi vedere divertiti, perché si sentirà incoraggiato a farlo.

Fate attenzione al vostro linguaggio e altrettanto a quello degli altri: se siete con familiari come nonni e zii che non esitano ad usare espressioni volgari davanti al piccolo, riprendeteli pubblicamente, e fate loro notare che sono un pessimo esempio.

Cercate di spiegargli, senza entrare troppo nei particolari, il significato delle parolacce che stanno dicendo, poi chiedete solo se sarebbero felici di essere presi in giro e chiamati in quel modo. Intorno ai 4 o 5 anni capiranno perfettamente quello che intendete dire.

Mostrate loro che ad esempio i personaggi preferiti non usano parolacce, e che chi lo fa è perché non conosce altre parole. Spiegate che i bambini intelligenti e bravi conoscono troppe parole belle, per dover usare quelle brutte.

Ma soprattutto pazienza, abbiate tanta pazienza: e piano piano riuscirete a venire a capo del problema!

Il video della settimana

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *