Ha solo 6 anni il bambino curato al Bambin Gesù perché affetto da leucemia linfoblastica acuta e positivo al Covid-19.
La storia del piccolo guerriero
Il bambino di 6 anni accolto e assistito dall’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù è un giovane guerriero che, oltre ad aver subito un trapianto di midollo osseo a causa della leucemia linfoblastica acuta che gli è stata diagnosticata, ha dovuto prima essere sottoposto ad un trattamento con il plasma iperimmune per guarire dal Coronavirus.
Tutta famiglia del piccolo paziente, curato dell’equipe del Professor Franco Locatelli, ha dovuto affrontare due drammi nel giro di pochi mesi:
prima la recidiva di leucemia per il figlio di 6 anni ad ottobre 2019 e poi la positività al Covid-19.
Lo sconforto iniziale però ha lasciato il posto dapprima alla speranza e poi alla gioia perché tutti, anche mamma e papà, sono guariti dal virus che sta flagellando l’Italia. Ma a far tornare il sorriso ai genitori del bambino di 6 anni curato al Bambin Gesù è stato soprattutto la buona riuscita del trapianto di midollo osseo.
Terapie e trattamenti che hanno salvato il piccolo paziente
Prima di essere sottoposto al delicato trapianto di midollo osseo, il bambino di soli sei anni ha dovuto affrontare la terapia con il plasma per guarire dal Coronavirus. Il primo sospiro di sollievo è arrivato quando il tampone del bambino ha dato esito negativo.
Solo a quel punto l’equipe del Professor Franco Locatelli ha potuto procedere al delicato intervento di trapianto con le cellule staminali emopoietiche prelevate dal papà, nel frattempo guarito anche lui dal Covid-19.
Si tratta di un operazione medica molto delicata che consiste nella rimozione del midollo malato, sostituendolo con uno compatibile e sano. Affinché questa procedura possa essere eseguita è importante che le condizioni del paziente siano ottime, perciò l’infezione provocata dal virus aveva complicato le cose e allungato i tempi.
Adesso il piccolo dovrà affrontare una lunga fase di guarigione, detto anche periodo di ristabilimento, e non possiamo non augurargli di rimettersi il prima possibile.
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