Ucraina: il destino dei bimbi nati dalle madri surrogate

Che connessione può esserci tra il fenomeno della maternità surrogata e il conflitto che sta interessando l’Ucraina da circa due settimane? Per capirlo bisogna tenere presente che l’Ucraina è uno dei paesi più attivi per la maternità surrogata: ogni anno nascono circa 2500 bambini che si ricongiungono poi a famiglie di altri paesi europei, famiglie che hanno richiesto questo tipo di intervento per diventare genitori.

Con lo scoppio della guerra, però, i nuovi nati da madri surrogate non possono essere recuperati dai genitori e rimangono sospesi tra i bombardamenti e l’incertezza più totale.

Maternità surrogata in Ucraina: un fenomeno comune

Era normale, fino a pochi giorni fa, recarsi in Ucraina per recuperare un figlio nato da maternità surrogata: così facevano moltissime coppie provenienti da paesi, come l’Italia, in cui tale pratica non è permessa.

Con lo scoppio della guerra però questo meccanismo si è inceppato e, come al solito, a pagarne le conseguenze peggiori sono soprattutto i bambini; alcuni di questi bambini, assieme alle madri naturali, sono stati condotti in Polonia al sicuro, ma si tratta soltanto di una piccola parte rispetto ai meno fortunati. In un seminterrato sotto un condominio di Kiev, ad esempio, ci sono 19 neonati, che dormono in culle di plastica e vengono accuditi da tate ucraine, in attesa che qualcuno venga a cercarli.

Secondo le stime della no-profit australiana Growing Families, che sta aiutando le coppie straniere a ritrovare i loro bambini nati da madre surrogata, sono oltre 800 le coppie del mondo che stanno aspettando il loro bambino dall’Ucraina. I contatti con le agenzie di riferimento sono sempre più difficile e c’è chi si ritrova a doversi affidare per le ricerche ai social network.

Maternità surrogata e guerra in Ucraina: assistenza alle gestanti in clinica

Altro problema riguarda la sorte delle madri surrogate prossime al parto: alcune di esse sono state assistite dalla clinica Delivering Dreams, a Leapoli, in attesa che i loro compagni tornino dalla guerra o in attesa di poter andare in Polonia, se non altro per partorire in una condizione di maggior sicurezza.

Come racconta anche il responsabile della clinica, infatti, partorire in Ucraina al momento è molto difficile, considerando anche la mancanza di beni di prima necessità come pannolini e biberon. Anche il trasferimento fuori dall’Ucraina del resto non è affatto semplice. Julia Osiyevska, il capo dell’agenzia New Life, ha cercato ad esempio di far evacuare le gestanti che lavorano per la sua agenzia nella vicina Moldavia, ma oltre alle difficoltà del viaggio e la riluttanza delle donne a lasciare famiglia e affetti, si è trovata di fronte al fatto che la maternità surrogata è illegale in Moldavia. “È semplicemente surreale – ha detto Julia – Non si possono fermare le consegne. Non si può ritardare o annullare una nascita

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