Batteri sempre più resistenti agli antibiotici: è emergenza

Ogni anno nel mondo muoiono migliaia di neonati a causa di gravi infezioni: il motivo sembra risiedere nella presenza di batteri e microrganismi multiresistenti agli antibiotici.

L’antibiotico resistenza

Esistono oltre quindici classi di antibiotici, ma la maggior parte delle molecole a disposizione è stata sviluppata prima del 1968 e l’ultimo prodotto reso disponibile in Europa, nel 2012.

Il problema maggiore, quindi, è che gli antibiotici ora disponibili sono ormai superati e i batteri abbiano sviluppato un’immunità che li rende resistenti alle forme antibiotiche finora conosciute.

Un recente studio dell’Università di Sydney, pubblicato sulla rivista Lancet, ha evidenziato una drastica riduzione dell’efficacia di molti antibiotici comunemente utilizzati per trattare infezioni pediatriche come la polmonite e la meningite.

L’analisi di oltre 6.000 campioni batterici ha mostrato che la resistenza agli antibiotici ha ridotto l’efficacia dei farmaci fino al 50%, causando molti decessi evitabili nei bambini, particolarmente nel Sud-est asiatico e nell’area del Pacifico.

Gli esperti sollecitano una maggiore attenzione per la ricerca di nuovi trattamenti antibiotici specifici per bambini, sottolineando la necessità di non trascurare questa fascia d’età.

I dati italiani

Il presidente della Sin (Società Italiana di Neonatologia), Mauro Stronati, spiega che “l’arsenale per combattere i microrganismi è sempre più povero di mezzi“. Questo grave problema dipende essenzialmente da due fattori: l’investimento insufficiente nella scoperta di nuove molecole da parte delle industrie farmaceutiche e la proliferazione di batteri sempre più resistenti alla maggior parte degli antibiotici in commercio.

Inoltre, in base a quanto riferito dall’European Centre for Disease Prevention and Control, l’Italia è uno dei paesi più a rischio perché il largo impiego di antibiotici, aumentato notevolmente negli ultimi trent’anni, ha rafforzato le difese dei batteri. E la popolazione più a rischio è proprio quella dei bambini.

A lanciare l’allarme globale, sebbene la questione sia già nota da qualche tempo, è stato il “Review on Antimicrobial Resistance”. Da quanto si legge dal rapporto, commissionato nel 2014 dal premier inglese David Cameron, l’epidemia di neonati morti in India è stata provocata proprio dall’inefficienza delle terapie antibiotiche.

Le strategie da seguire

Secondo la Sin, quindi, bisognerebbe affrontare il problema in modo sistematico e sinergico. Innanzitutto è indispensabile che gli organi di controllo e i governi prendano coscienza della gravità della situazione.

In secondo luogo è fondamentale lo stabilirsi di una partnership fra pubblico e privato per cercare nuovi e più efficaci antibiotici.

Inoltre, bisogna che si punti maggiormente sulla prevenzione delle infezioni attraverso la vaccinazione e, in ultimo, che si stabilisca un programma nazionale di accesso agli antibiotici ben definito.

Il video della settimana

42 commenti

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  1. L’antibioticoresistenza si aquisisce attraverso il consumo di carne, una madre che ne ha mangiata a vagonate per tutta la vita trasmette la stessa refrattarieta’ antibiotica al figlio, il 70% della produzione antibiotica da parte delle case farmaceutiche è indirizzato ad uso degli allevamenti intensivi, non dovete saperlo perché l’importante è che le case farmaceutiche non affondino e gestiscano un potere anche superiore ai costruttori di armi,dopo di questo fate un po voi.

  2. Dobbiamo evitare di dare troppe medicine quando sono piccoli, fin dalla più tenera età per piccoli malesseri come febbre, raffreddore o altro… usare rimedi della nonna.. perché dopo il corpo si abitua al medicinale, e quando poi serve davvero, il corpo lo rifiuta..

  3. Non ho ben capito….di quali vaccini parla l’articolo? Se vaccino mio figlio per il meningococco di tipo C lo proteggono contro le innumerevoli infezioni batteriologiche che potrebbero ipoteticamente colpirlo e che sempre ipoteticamente potrebbero essere resistenti agli antibiotici?

    • Si certo è tutto un complotto. Farebbero più soldi a diffondere la peste. Peccato che l’intelligenza e l’informazione, nonostante i canali che oggi possediamo, facciano fatica a diffondersi e, a leggere certe cose, pure ad attecchire: alcuni sono immuni poveri 😂😂😂

    • con la peste muori e non compri ……poverina mi dispiace che vivi ancora nel mondo dei sogni giustamente le aziende farmaceutiche padroni del mondo i vaccini li fanno per prendere la polvere

    • Mi auguro solo che chi aggredisce noi “genitori dubbiosi” non diventi mai un genitore con un danno da vaccino in famiglia.. è troppo facile dare aria alla bocca credendo solo a ciò che le tv, i giornali, e lo stesso nostro ministro diffonde.
      Chi ha provato con coraggio a diffondere i suoi studi scientifici come lo scienziato americano del CDC, vengono radiati, licenziati e perseguiti.
      Io andrei anche a vedere le dichiarazioni reddituali (specifiche ) di ciascuna casa farmaceutica.
      O semplicemente richiedere come ho fatto io, il foglietto illustrativo stesso all’Ats del vaccino stesso (consultabile anche sul sito AIFA) .
      Diciamo che bisognerebbe informarsi a 360° non solo a ciò che ci fa più comodo!

    • Patrizia Caciagli sai che i guadagni annui sui vaccini sono di molto inferiori ai guadagni annui sugli antiacidi o sugli antipertensivi? Il complotto certa gente ce l’ha proprio in testa.

    • Alis Luli In realtà William Thompson ha citato il falso medico Brian Hooker, un biochimico senza alcuna competenza nel campo dell’immunologia o della virologia, con due soli studi all’attivo con scarsa attinenza al vaccino MMR. Il ciarlatano Hooker ha ripreso lo studio di DeStefano e ne ha manipolato i dati per continuare a tenere in vita la falsa credenza del legame autismo-vaccini. Lo studio trabocca di pseudoscienza e malafede dopotutto, è amico del truffatore Wakefield. Esiste un articolo di Science Based Medicine a firma David Gorski che smonta punto per punto la questione. Il post è in inglese, ma la questione sollevata è che Hooker ha considerato uno studio caso controllo come studio di coorte. Uno studio caso controllo mette a confronto la frequenza dei fattori di rischio di una condizione con un gruppo di controllo, mentre uno studio di coorte esamina i rischi di una condizione nelle persone con diverse esposizioni. I dati presi dallo studio erano inerenti alla sola popolazione di bambini afroamericani dell’Atlanta. Sulla base di soli cinque bambini autistici riscontrati, Hooker ha affermato l’esistenza di un potenziale rischio.
      In poche parole, Hooker ha manipolato e usato dati troppo piccoli per un’affermazione fin troppo grande.

    • Patrizia Caciagli probabilmente voi guardate troppa tivù, oppure ascoltate troppi ciarlatani. Parlare senza conoscere i reali guadagni annui. E comunque dire che le case farmaceutiche diffondono virus e batteri equivale a dire che dietro c’è un complotto!

    • Patrizia Caciagli stai buona che qui nessuno ti aveva insultata.
      Tu tiri il sasso e poi nascondi la manina cara… informati prima di dare libero sfogo alla tua ignoranza e disinformazione.

    • Ora basta state esagerando e sopratutto non è possibile continuare questa conversazione all infinito sono informata forse più di voi ma anche a spiegarlo non capireste mai quindi chiudiamola qua .