Centri estivi e bambini disabili: troppo costosi e talvolta inaccessibili

6 maggio 2024 –

Con l’arrivo dell’estate, molte famiglie cercano posti nei centri estivi per i loro figli. Nelle grandi città ce ne sono per tutti i gusti e tutte le tasche, ma questo non sempre vale per i genitori di bambini con disabilità, perché i costi sono molto elevati e le strutture non hanno personale specializzato o non garantiscono sempre l’accessibilità.

I centri estivi sono esclusivi?

La ricerca di un centro estivo è un vero grattacapo per tanti genitori: a parte centri estivi comunali (che hanno comunque posti limitati) e gli oratori, i centri estivi privati hanno costi piuttosto alti.

E questo è ancora più vero per i genitori in cerca di un centro estivo adatto a un bambino con disabilità.

Perché non si tratta solo di trovare una struttura che accetti il bambino, ma anche di assicurarsi che vi siano educatori qualificati in grado di gestire le esigenze specifiche del bambino. Questa sfida è particolarmente evidente in tutta Italia, con molte famiglie che si trovano a lottare per trovare un luogo adatto per i loro figli durante l’estate.

Alti costi per i centri estivi : una barriera economica per i bambini disabili

Oltre alla difficoltà nell’accesso, i genitori affrontano anche il peso dei costi elevati associati ai centri estivi per bambini con disabilità. Il pagamento della retta è solo l’inizio; spesso è necessario aggiungere il costo aggiuntivo per l’assistenza personalizzata del bambino, che può aumentare considerevolmente il costo complessivo. Questo crea un’enorme pressione finanziaria per le famiglie già alle prese con le spese quotidiane e le necessità mediche del loro bambino.

Mentre alcuni genitori possono beneficiare di aiuti pubblici, molti altri non hanno accesso a tali sostegni finanziari, soprattutto nelle regioni del Sud Italia. Anche quando disponibili, questi aiuti spesso coprono solo una frazione dei costi totali, lasciando le famiglie a fronteggiare una parte significativa della spesa da sole.

La denuncia online: voce per i diritti dei genitori e dei bambini

Sara Balotta è una mamma emiliana e ha recentemente denunciato al Resto del Carlino la situazione che sta affrontando, per iscrivere suo figlio nei centri estivi: “il costo medio di un campo estivo in Italia si aggira tra i 100 e i 150 euro a settimana. Se sei disabile devi avere un sostegno e quindi un costo extra, a carico del genitore, di circa 100 euro al giorno. Diventano così 650 euro a settimana per 5 ore, quindi solo per la mattina. Ora ditemi voi se questa non è discriminazione“.

La denuncia online di genitori come Sara solleva un problema importante: il diritto dei bambini con disabilità di non essere dimenticati nei mesi estivi. Era già successo ad Ascoli Piceno, quando la mamma di William ha lanciato un appello, perché suo figlio autistico era stato escluso dal centro estivo.

Anche per i bambini e ragazzi disabili è importante socializzare, come per tutti i bambini: accedere a esperienze significative e inclusive dovrebbe essere un diritto garantito. Questi genitori non chiedono un trattamento speciale, ma piuttosto una giusta applicazione dei diritti costituzionali e un riconoscimento delle sfide uniche che affrontano nel garantire un’estate piena e arricchente per i loro figli.

L’importanza dell’inclusione e della socializzazione 365 giorni l’anno

La mancata inclusione nei centri estivi è una delusione per molti genitori di bambini disabili. Non si tratta solo della questione economica, ma anche della sensazione di esclusione e discriminazione che i loro figli toccano con mano quando vengono rifiutati da strutture che dovrebbero essere aperte a tutti.

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Sebbene ci siano alcuni centri specializzati che accolgono bambini con disabilità, il problema dell’inclusione persiste. Molti genitori desiderano non solo un ambiente sicuro e adatto alle esigenze del loro bambino, ma anche la possibilità per il loro figlio di interagire e socializzare con i loro coetanei.

L’esclusione dei bambini con disabilità dai centri estivi è una questione complessa che richiede un impegno collettivo per trovare soluzioni reali e fattive. È essenziale non solo ridurre le barriere finanziarie, ma anche promuovere una cultura di inclusione che riconosca il valore e le capacità di tutti i bambini, indipendentemente dalle loro abilità.

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