Come comportarsi con un bambino epilettico

L’epilessia (termine che deriva dal greco “epilambaneim” e che significa “venire colti di sorpresa”) è una patologia che colpisce il sistema nervoso e che presenta una sintomatologia piuttosto riconoscibile: i soggetti che ne sono affetti, infatti, vanno incontro a episodi critici (le cosiddette crisi epilettiche), caratterizzati da momentanea perdita della coscienza e da contrazioni convulsive della muscolatura scheletrica. Questa sindrome colpisce perlopiù i bambini e, nella maggior parte dei casi, essa scompare in età puberale. Ma come comportarsi con un bambino epilettico? Di seguito forniamo alcuni suggerimenti utili a supportare nel migliore dei modi un bambino epilettico.

Per affrontare e gestire la malattia che colpisce i propri figli, qualsiasi essa sia, ci vuole molta calma e una buona dose di coraggio.

Trasmettere al piccolo le proprie preoccupazioni e le proprie ansie, infatti, è assolutamente controproducente. Soprattutto nel caso dell’epilessia, che può essere paragonata a una scarica elettrica cerebrale, è fondamentale avere sangue freddo e capacità di intervento immediato quando ci si trova di fronte a una crisi. In questo caso è opportuno:

  1. posizionare sotto il capo del piccolo un cuscino
  2. posizionare il bambino su un fianco per facilitare la respirazione e ridurre il rischio di soffocamento da saliva o vomito.
  3. non tentare di bloccare gli arti in preda alle contrazioni
  4. non forzare l’apertura della bocca, né tentare di inserire al suo interno oggetti morbidi (a meno che essa non risulti semi-aperta)

È importante inoltre sapere cosa NON fare durante una crisi epilettica: non cercare mai di trattenere il bambino, poiché i suoi movimenti non sono volontari e potrebbero causare lesioni a lui o agli altri. Inoltre, evitare di mettere qualcosa in bocca al bambino, come potrebbe mordersi la lingua o soffocare, e non cercare di farlo bere o mangiare, poiché potrebbe inalare il cibo o le bevande.

In seguito alla crisi è bene rassicurare il piccolo e farlo riposare (in genere sono molto stanchi e non serbano memoria di quanto accaduto), senza imporgli sforzi fisici né l’assunzione di cibo.

Durante la crisi, è inoltra importante osservare attentamente la durata e i sintomi, prendendo nota di ogni dettaglio. È fondamentale mantenere la calma e rassicurare il bambino con parole gentili e una presenza tranquilla durante l’episodio, ma è bene chiamare l’ambulanza se:

  • la crisi dura più di cinque minuti.
  • il bambino ha difficoltà respiratorie.
  • si verifica una seconda crisi subito dopo la prima.

Inutile dire che il bambino epilettico deve essere periodicamente sottoposto a esami clinici e a terapie ad hoc che consentano di dilatare l’arco di tempo che intercorre tra una crisi e l’altra. Da un punto di vista emotivo poi, è necessario essere onesti col bambino senza tuttavia innescargli crisi di panico: deve comprendere, in altri termini, che grazie alle cure farmacologiche è possibile convivere con l’epilessia e che, d’altra parte, ci sono buone possibilità che essa scompaia con la maturazione del sistema nervoso.

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