Dipendenza da shopping online: un fenomeno sempre più diffuso

Se leggendo le cronache di gossip avete pensato che lo shopping online compulsivo fosse un disturbo solo per ricchi, gli studi relativi alla dipendenza da e-commerce vi faranno ricredere.

Secondo le più recenti indagini, 7 compratori compulsivi su 10 sono iscritti almeno a 2 portali di commercio online (come Amazon o Groupon) e ne ricevono periodicamente le newsletter; le donne hanno una probabilità maggiore di diventare vittime dello shopping compulsivo, tanto che l’80% di chi ne è vittima, è una donna di età compresa fra i 35 e i 45 anni.

Con lo shopping online sfrenato, non si scherza: gli esperti lo classificano come disturbo ossessivo compulsivo, al pari del gioco d’azzardo e della cleptomania. In sostanza, chi ne soffre non riesce a trattenersi dal fare acquisti in continuazione su internet, spesso per colmare una carenza di autostima o un deserto di sentimenti che non viene percepito. Quella che, quindi, potrebbe sembrare una semplice passione per gli acquisti diviene per molte un tunnel da cui è difficile uscire, se non rivolgendosi a uno specialista.

Per capire se si è vittime dello shopping compulsivo, gli esperti consigliano di considerare onestamente alcuni segnali che possono rivelare il disturbo.
Fra questi, l’importanza e il tempo che dedichiamo anche solo al pensiero degli acquisti, alla quantità di abiti od oggetti acquistati (anche in relazione alle nostre esigenze), le modalità con cui l’acquisto avviene (da sola, nascondendo gli oggetti per evitare discussioni,…); prima che la mania dello shopping si trasformi in una vera e propria ossessione, spesso basta poco, come il porsi dei paletti, come decidere un budget massimo o monitorare le sessioni online.

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