Intolleranza al lattosio? Autoproduciamo il latte di riso

Se abbiamo deciso di abbandonare il latte vaccino per motivi di salute, o per motivi etici, e non sappiamo su quale latte vegetale orientare la nostra scelta, non ci resta che provarli tutti per capire quale di questi faccia al caso nostro.

Il latte di mandorla è abbastanza dolce, quello di soia non ha un gusto esattamente delizioso se non corretto, quello di riso ha un gradevole sentore di tostatura e una dolcezza molto presente.

In commercio ce ne sono davvero tanti di latti vegetali, il problema è il prezzo. Se in casa si consuma un litro di latte al giorno il portafoglio inizierà, ben presto, a risentirne.

La soluzione sta nella nostra capacità del “fai da te”, quindi mettiamo alla prova il nostro talento culinario e proviamo a fare il latte di riso casereccio.

La procedura non è difficile e, se proprio ci sentiamo perse, possiamo ricorrere a qualche tutorial in rete.

L’ingrediente principale è ovviamente il riso, scegliamone uno biologico, ce ne occorre circa un bicchiere per un litro di latte di riso. Un litro d’acqua, un dolcificante se lo gradiamo, lo zucchero di canna va benissimo, teniamo però presente che il latte di riso è di per sé un po’ dolce, una pizzicatina di sale, una bottiglia, meglio di vetro e richiudibile, un imbuto con filtro o colino e imbuto.

Mettiamo l’acqua in un tegame e lasciamo bollire. Versiamo quindi il riso che lasceremo sul fuoco fino a che sarà morbido, un po’ scotto, ma non a pappetta. Qui ci sono due scuole di pensiero, una che prevede di colare il latte di riso senza ulteriori passaggi e senza che il riso rompa i suoi grani, in modo da avere un latte meno denso. L’altra, invece, prevede che il riso venga frullato con frullatore a immersione per avere una bevanda più ricca di amido e quindi più densa. Questione di gusti. In entrambi i casi dovremo far raffreddare il latte di riso prima di imbottigliarlo. In frigo dura non più di tre giorni.

 

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