Manifesto dei diritti naturali dei bambini e delle bambine

Gianfranco Zavalloni, che si fece promotore di un tipo di educazione libera, basata sulla non violenza e sul contatto con la natura, circa 30 anni fa mise a punto il cosiddetto Manifesto dei diritti naturali dei bambini e delle bambine, che nacque all’indomani della Dichiarazione internazionale dei diritti del fanciullo e che in seguito fu tradotto un 5 diverse lingue. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Gianfranco Zavalloni, che è stato un appassionato maestro di scuola materna, un dirigente scolastico e un creativo burattinaio, mise a punto negli anni ‘90 un documento in cui sono elencati 10 diritti naturali dei bambini e delle bambine. Il maestro, in effetti, è partito dal presupposto che i bambini non devono vivere sotto una campana di vetro, ma necessitano di sperimentare i propri limiti, di mettersi alla prova e di non rinunciare a un contatto autentico con l’ambiente naturale. A detta di Zavalloni, infatti, i bambini occidentali sempre più frequentemente, vengono privati della possibilità di vivere in armonia con la natura, sperimentandone i pro e i contro.

Si tratta di un manifesto che risulta oggi estremamente attuale e che rappresenta la preziosa eredità lasciata dal maestro Zavalloni (scomparso prematuramente nel 2012) a tutti i piccoli umani, ma anche ai loro genitori.

1. Il diritto all’ozio

Ovvero il diritto a vivere momenti di tempo non programmato dagli adulti. Si tratta di un modo per dire stop a uno stile di vita programmato, fatto di doveri, appuntamenti e corsi a ogni ora della giornata. L’ozio va inteso, infatti, come possibilità per il bambino di prendere coscienza della propria interiorità e di percepire il proprio io più profondo.

2. Il diritto a sporcarsi

A giocare con la sabbia, la terra, l’erba, le foglie, l’acqua, i sassi, i rametti. L’apparenza, l’etichetta e un look impeccabile sono esigenze tipiche di un adulto, che però tendono a essere trasferite ai più piccoli, privandoli della possibilità di giocare liberamente con i materiali naturali, di sporcarsi e di creare giochi “dal nulla”. I bambini, infatti, spesso e volentieri, si divertono di più in mezzo alla natura dove possono esprimere liberamente la propria creatività, piuttosto che in casa alla prese con giocattoli costosi, ma sicuramente poco stimolanti.

3. Il diritto agli odori

A percepire il gusto degli odori, riconoscere i profumi offerti dalla natura. Anche la memoria olfattiva è fondamentale per i piccoli esseri umani. In un mondo in cui anche gli odori sono stati omologati e livellati, è opportuno far riscoprire loro i profumi della terra e della natura.

4. Il diritto al dialogo

Ovvero ad ascoltare e a prendere la parola, interloquire e dialogare. La comunicazione messa in atto sia dalla tv e dai mass-media in generale è unidirezionale; proprio per questo motivo è importante che gli adulti facciano riscoprire ai bambini il flusso comunicativo bidirezionale che si basa sul dialogo faccia a faccia.

5. Il diritto all’uso delle mani

A piantare chiodi, segare e raspare legni, scartavetrare, incollare, plasmare la creta, legare corde, accendere un fuoco. Sempre più spesso i bambini vengono privati della possibilità di sperimentare le proprie abilità manuali. Pertanto è importante far riscoprire loro particolari attività che, un giorno, torneranno loro utili.

6. Il diritto al buon inizio

A mangiare cibi sani fin dalla nascita, bere acqua pulita e respirare aria pura. È importante selezionare, sin dall’inizio della vita dei propri figli, cibi sani e genuini, senza rimpinzarli di prodotti industriali.

7. Il diritto alla strada

Ovvero la possibilità di giocare in piazza liberamente e di camminare per le strade. La piazza e le strade andrebbero riscoperti come luoghi fondamentali di socializzazione con il gruppo dei pari. In tal senso sarebbe necessario creare delle aree ad hoc dove i bambini possano incontrarsi e giocare liberamente.

8. Il diritto al selvaggio

Ovvero a costruire un rifugio-gioco nei boschetti, ad avere canneti in cui nascondersi, alberi su cui arrampicarsi. Il bambino non ha bisogno esclusivamente di luoghi di divertimento preconfezionati (si pensi agli immensi parchi giochi delle nostre città), ma anche di luoghi selvaggi, in cui può sviluppare le proprie capacità creative.

9. Il diritto al silenzio

Ovvero ad ascoltare il soffio del vento, il canto degli uccelli, il gorgogliare dell’acqua. In un’epoca sempre più rumorosa, sarebbe opportuno offrire al bambino la possibilità di godere di attimi di silenzio in cui è possibile percepire i suoni piacevoli della natura.

10. Il diritto alle sfumature

A vedere il sorgere del sole e il suo tramonto, ad ammirare, nella notte, la luna e le stelle. Nelle nostre città sempre illuminate da sistemi artificiali è sempre più difficile percepire le sfumature e i cambiamenti non solo del giorno (alba, tramonto, sera) ma anche delle stagioni. I bambini non dovrebbero essere privati di questa esperienza fondamentale.

Per certi versi il manifesto può essere considerato un invito agli adulti a prendere coscienza del fatto che un certo tipo di educazione troppo rigida e limitativa può rischiare di sottrarre ai bambini la bellezza e la magia tipiche dell’infanzia.

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