“No, non lo voglio”: il diritto delle spose bambine

Il Bangladesh ha deciso di modificare la Child Marriage Restraint Act  (legge che dovrebbe tutelare i diritti dei minori): “Se un matrimonio avviene in circostanze particolari e per il superiore interesse del minore, con l’autorizzazione di un tribunale e con il consenso dei genitori, seguendo il procedimento definito nelle leggi, questo matrimonio non sarà considerato un reato“.

Le associazioni per i diritti umani dicono “NO”

Sono queste le parole che hanno modificato in modo sostanziale la legge. Parole che a leggerle fa male al cuore. Eppure, al giorno d’oggi, quello delle spose bambine è ancora fenomeno vivo in molti paesi. A nulla sono valse le proteste delle associazioni per i diritti umani che hanno domandato quali siano le “circostanze particolari“. La legge potrebbe far aumentare gli stupri ai danni delle bambine, costrette a sposare il loro aguzzino in nome dell’onore.

Human Rights Watch ha diffuso dei dati allarmanti per cui il Bangladesh conta la più alta percentuale di spose bambine di tutta l’Asia. Secondo l’Unicef le spose bambine (sotto i 18 anni) sono il 52%. L’organizzazione Girls Not Brides sostiene: “Senza dubbio, il matrimonio non è la miglior forma per proteggere le adolescenti e le espone a un rischio ancora maggiore”.

Le spose bambine dicono “NO”

Molte sono le bambine che sono riuscite a fuggire dopo orride violenze subite dai mariti. Alcune sono fuggite da sole, altre grazie all’aiuto delle famiglie pentite di averle date in sposa e altre ancora grazie a organizzazioni umanitarie.

Tutte, una volta riacquistata una parvenza di normalità, dichiarano quanto sia importante per le bambine studiare ed essere istruite. Purtroppo, però, sono ancora troppe le spose bambine che non possono raccontare quanto accaduto perché non riescono a fuggire.

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