Spiegare a mia figlia di 5 anni cosa significa essere bella

“Babbo, voglio essere bella come Elsa (ndr di Frozen)”

“Babbo, voglio avere la treccia lunga come Rapunzen. E’ bellissima.”

“Babbo, voglio avere il vestito come S. (ndr un’amichetta), è bellissimo.”

“Babbo, ma questo vestito è bello?”

Sempre più spesso mia figlia si interroga e mi interroga su quello che voglia dire “essere bella”. Mi ha colpito il fatto che già a cinque anni mia figlia abbia la percezione di bellezza come essere uguale a qualcun altro. Impossibile negare che già da piccoli i nostri figli sono bersagliati da “modelli”, anche riducendo al minimo televisione e cinema è un tema che li coinvolge. E’ sicuramente meglio cercare di confrontarci con loro già in tenera età. Inutile tentare la carta del “Ma tu sei bellissima” o “Ma siamo tutti belli”. Non dà risposte, elude solo il problema. Il rischio è di dare già l’impressione di una difficoltà di comunicazione, con la concreta possibilità che la prossima volta chiederanno ad altri. Tra l’altro, rispetto a tante altre cose che potremmo definire “da bambini”, questo tema ci coinvolge direttamente anche da adulti. Tanti papà non possono negare di guardare la folta chioma dell’amico o del collega quando la loro foto con tutti i capelli risale all’ultimo anno di superiori. Lo stesso vale per le mamme, alle quali non sfugge la madre della compagna d’asilo del figlio che ha ripreso al volo, quasi miracolosamente, la stessa linea che aveva prima della gravidanza.

Non nascondiamoci, li sento i commenti alle feste di compleanno!

Sono più belli i capelli biondi lunghi o un caschetto castano? Molto probabilmente se fossi una bambina di cinque anni non avrei dubbi. Considerando le principesse o, comunque, le protagoniste dei cartoni animati vorrei avere capelli lunghi, lucenti e con una piega che neanche un vento da uragano o una pioggia da diluvio potrebbe modificare. Come papà ho sempre pensato che per i bambini dovessero essere fatte scelte che favorissero il loro “essere bambini” ovvero giocare, correre e sporcarsi. All’asilo di mia figlia hanno dovuto mettere un avviso dicendo che, per questioni igieniche e di praticità, le bambine che hanno i capelli lunghi devono portarli legati. Ma c’era bisogno i scriverlo? C’è qualche genitore che non ci arriva da solo? Mah…

Credo che questo tema della bellezza come essere uguali a qualcun altro, perdendo quindi la propria individualità, sia veramente importante, in particolare per una bambina. Ho notato con piacere che una buona strada per avviare un dialogo con i bambini sia partire dalla lettura di un libro. Un racconto ci permette di parlare dei personaggi senza sentirsi direttamente coinvolti pur dicendo quello che si pensa. In quel momento stiamo valutando, criticando, difendendo un personaggio, non noi stessi o altre persone. Si dovrebbe riuscire a parlare senza far scattare meccanismi di autodifesa e senza ferire i sentimenti di chi ci sta di fronte.

Così ho pensato di scrivere un piccolo racconto per mia figlia che nella sua semplicità parla di una bambina che vuole diventare bella. In “Antonella vuole diventare bella” la protagonista non è contenta del proprio aspetto e vede negli altri sempre qualcosa di più bello di quello che ha lei. Vuole avere gli occhi come quelli di una bambina, i capelli come quelli di un’altra e così via. Come per una sorta di magia i suoi desideri saranno accontentati ma alla fine scoprirà… di non essere più lei.

Buona lettura!

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