A 5 anni muore tra le braccia di Babbo Natale

A Tennessee c’è un Babbo Natale speciale, che ogni dicembre da nove anni dedica le sue giornate a donare gioia a Knoxville. Il suo nome è Eric Schmitt-Matzen e con le lacrime agli occhi vi raccontiamo la triste storia che l’ha coinvolto quest’anno.

Babbo Natale per vocazione

Essere Babbo Natale è il suo secondo lavoro, ma Eric Schmitt-Matzen è anche un ingegnere meccanico. Così in una giornata come tante, riceve una telefonata da un ospedale vicino Jacksboro. C’è un bambino che lo reclama, che vorrebbe vederlo per l’ultima volta. E non perché poi verrà dimesso dall’ospedale in cui è ricoverato, ma perché è un malato terminale, un piccolo angelo di 5 anni che lotta per un male incurabile in terapia intensiva.  

Babbo Natale chiede di avere il tempo di mettere il suo abito di scena, ma tutto questo tempo non c’è, e l’infermiera spiega che non è necessario il vestito da Santa Claus. Schmitt-Matzen arriva in ospedale con un gioco in regalo per il bambino e il loro dialogo è davvero commovente.

L’ultimo desiderio …

«Mi sono seduto sul suo letto e gli ho chiesto:

“Mi hanno detto che ti mancherà il Natale? Ma non può mancarti il Natale perché tu sei il mio elfo numero uno!

Lui mi ha guardato sorpreso e mi ha risposto:
“Io?”
“Certo”

E il bambino:

“Mi hanno detto che sto per morire. Come faccio a sapere cosa devo dire quando arriverò nel posto dove sto andando?”

“Semplicemente che sei l’elfo numero uno di Santa Claus, sono certo che ti lasceranno entrare”»

Il bambino è morto tra le braccia del suo sogno, tra le braccia di Babbo Natale che ha voluto conoscere e con cui ha voluto parlare prima di morire. Straziante e commovente, questa storia racconta quanto può essere importante per un bambino esaudire un desiderio, che agli occhi degli adulti può apparire semplice, ma che ha una profondità e un’importanza indescrivibile.

Quando il sorriso dei bambini vince su tutto

Per vivere certe emozioni ci vuole una grande forza d’animo e un grande cuore. E questo Babbo Natale del Tennessee ha entrambe le cose, perché ha capito che il sorriso dei bambini vince su tutto, delle volte supera anche la morte.

Tornando a casa ho pianto tutto il tempo e ho pensato di smettere. Ma vedere il sorriso dei bambini mi ha riportato alla vita. E mi ha fatto capire che è questo il mio ruolo: lo devo fare per loro e per me“.

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