Come affrontano il coronavirus i bambini? L’indagine del Bambin Gesù

L’epidemia di coronavirus continua a colpire persone di tutte le età, con sintomi e decorso diversi secondo l’età di chi viene contagiato. Uno studio, effettuato dall’Ospedale Pedriatico Bambin Gesù ha messo in evidenza come il virus viene affrontato dai bambini, che grazie alla risposta immunologica riescono a neutralizzarlo in tempi più rapidi rispetto agli adulti.

Lo studio del Bambino Gesù

I risultati di questo studio, che l’ospedale pediatrico di Roma ha condotto con la collaborazione dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie e dell’Università di Padova, sono stati resi noti con la pubblicazione su una importante rivista scientifica, Cell Reports. Per effettuare questa indagine sono stati coinvolti 66 pazienti di età variabile tra 1 e 15 anni che nel corso dell’estate dello scorso anno erano ricoverati presso il centro covid di Palidoro.

Tramite lo studio sono state individuate le caratteristiche immunologiche proprie dei bambini, grazie alle quali basta circa una settimana per debellare gli effetti del contagio. Oltre al decorso rapido lo studio ha messo in evidenza sintomi più lievi. Nella maggior parte dei casi i bambini ricoverati ad inizio infezione erano paucisintomatici, ma a soli 7 giorni di distanza clinicamente guariti.

come ha spiegato anche la biologa Barbara Gallavotti alla trasmissione DiMartedì, i bambini hanno un sistema immunitario più reattivo, grazie all’immunità innata, che è la prima linea difensiva e rapida del nostro organismo : è aspecifica e nei bambini è più sviluppata.

La risposta immunologica neutralizzante in soli sette giorni

Grazie alle indagini di laboratorio è stato possibile evidenziare il “profilo immunologico” caratterizzato da linfociti T e B che agiscono contro Sars-Cov-2, che hanno la capacità, una volta venuti a contatto con il virus, di riprodursi in maniera veloce, producendo un gran numero di anticorpi.

I bambini con questo profilo immunologico presentavano dopo una sola settimana una carica virale molto bassa, che in pratica annullava la capacità di infezione del virus. Tra i soggetti che hanno partecipato allo studio, i bambini che nel corso della loro vita avevano contratto in precedenza altri virus antinfluenzali, hanno reagito più velocemente al contagio. Grazie ai risultati di questo studio, in futuro sarà possibile mettere in atto strategie terapeutiche migliori.

La ricerca dettagliata è disponibile qui.

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