L’abbandono scolastico in Italia : i dati e le cause

L’abbandono scolastico è un fenomeno grave che interessa, in una certa percentuale, tutta l’Europa.

Si tratta della situazione in cui i ragazzi abbandonano la scuola alla fine della terza media, dunque non proseguono con il percorso scolastico verso un diploma di scuola superiore; l’abbandono scolastico comporta una notevole difficoltà nel trovare un impiego, soprattutto in questa epoca storica dove anche i laureati hanno vita difficile una volta terminato il percorso di studi.

Italia quarto paese per abbandoni scolastici

Generalmente i ragazzi che abbandonano precocemente gli studi provengono da contesti familiari non facili, vi sono differenze tra nord e sud dello Stivale così come tra l’Italia e il resto dell’Europa: la penisola è infatti il quarto paese europeo per numero di abbandoni scolastici, con un tasso che ad oggi si aggira intorno al 13,5%.

Nonostante gli stati stiano cercando di fare il possibile per limitare il fenomeno attraverso politiche di promozione del percorso scolastico, il problema è ancora presente e attuale e, per altro, sottostimato: gli indicatori utilizzati per misurare l’abbandono scolastico, infatti, presentano degli errori che devono essere tenuti in considerazione.

Abbandono scolastico: un fenomeno preoccupante

Giovani ragazzi che, dopo la terza media, lasciano la scuola e non completano il percorso quinquennale di scuola superiore: è questo l’abbandono scolastico precoce, un fenomeno preoccupante che è presente in Europa e che non si riesce ad arrestare.

Gli studenti protagonisti di questo problema hanno, generalmente, situazioni economiche familiari difficili: sono soprattutto i rapporti tra genitori e figli o eventuali problemi con la giustizia di uno o di entrambi i genitori a causare la dispersione scolastica e la fuga dei ragazzi dalle scuole; talvolta pesa anche l’aspetto economico che costringe i più giovani a dedicarsi a lavori in nero in età adolescenziale per sostenere la famiglia.

A prescindere dalle cause, sono le conseguenze a pesare sia sui singoli che sulla società: senza un diploma di scuola superiore le possibilità di trovare un posto di lavoro sono estremamente ridotte, in particolare in questa fase storica dove la crisi del lavoro colpisce anche i laureati.

La dispersione scolastica e l’abbandono scolastico hanno un impatto, diretto e indiretto, su tutta la nazione che ne risente in termini di crescita.

Per questi motivi gli Stati Europei hanno sempre cercato di contrastare questo fenomeno, fissando a una soglia del 9% il numero dei giovani tra i 18 e i 24 anni senza diploma, entro la fin del 2022 con una risoluzione del Consiglio Europeo.

Abbandono scolastico: la situazione italiana e i limiti degli indicatori

Il nostro Paese è quarto in Europa per numero di abbandoni scolastici precoci, dopo Malta, Spagna e Romania.

Gli sforzi fatti negli ultimi anni hanno però dato i loro frutti, visto che dal 2009 al 2019 il numero di abbandoni è sceso dal 19% al 13,5%; vi sono tuttavia delle differenze tra le varie zone del Paese: nell’area centro- settentrionale il tasso si aggira sul 10%, mentre nel meridione viaggia intorno al 20%.

Bisogna tuttavia tenere presente che gli indicatori utilizzati per stimare i dati non sono attendibili al 100% e, per diversi motivi, tendono a sottostimare il fenomeno. Anzitutto c’è un problema di metodo, nel senso che non viene analizzato il percorso scolastico del singolo studente ma ci si basa soltanto sul conseguimento del diploma.

Inoltre, come confermato da numerosi esperti, aver in effetti conseguito il diploma di quinta superiore non garantisce l’efficienza del percorso scolastico, poiché possono comunque variare le competenze e le abilità acquisite durante gli anni di scuola dai singoli studenti, a prescindere dalla certificazione.

Manca poi un dato fondamentale, ossia quello comunale: questo fa sì che non si possono intraprendere politiche estremamente mirate, destinate solo a particolari contesti con caratteristiche peculiari, ma si debba agire ricorrendo a politiche generaliste, che siano compatibili con ogni situazione anche se non nella maniera maggiormente incisiva.

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