Anticipatari: si o no? Ecco i segnali da tenere presenti

Primina sì oppure no? Questo è il dilemma che si presenta a molti genitori, indecisi se sfruttare l’opzione del cosiddetto anticipo scolastico, ovvero la possibilità, prevista dall’ordinamento, di iscrivere alla prima classe della scuola elementare i bambini di 5 anni e mezzo che compiranno i 6 anni entro il 30 aprile dell’anno scolastico di riferimento.

Quali sono i criteri da tenere presente in una scelta così delicata?

Bambini anticipatari: cosa NON osservare

La maggior parte dei genitori decide se iscrivere il proprio figlio alla scuola primaria in anticipo osservando dei segnali sbagliati.

Per esempio: se il bambino sa leggere, far di conto, o se è particolarmente “sveglio”, loquace, allora molti genitori saranno portati a pensare che iniziare la scuola in anticipo sia la cosa giusta da fare. Eppure i segnali da osservare sono altri.

Bambini anticipatari: il piccolo è autonomo?

Tra gli aspetti più importanti c’è quello legato all’autonomia del bambino. Se il piccolo è in grado di vestirsi e svestirsi da solo (azione che dovrà ripetere all’entrate e all’uscita da scuola), se sa allacciarsi le scarpe con una certa rapidità (magari per partecipare all’ora di educazione fisica), se a casa è solito rimettere in ordine i giocattoli dopo averli usati (così come si presume dovrà fare con penne, matite e zainetto) allora possiamo dire che il bambino è dotato di autonomia sufficiente.

Bambini anticipatari: attenzione e concentrazione

Tra le novità più impattanti dell’ingresso nel mondo della scuola vi è quella che porta i bambini a stare seduti tra i banchi per molte ore. Come capire se il proprio figlio è in grado di farlo?

Un consiglio è quello di osservarlo durante il momento del gioco: è in grado di iniziarne uno portandolo a termine o lo abbandona dopo pochi istanti? Ed è capace di giocare da solo o ha sempre bisogno dell’intermediazione di un adulto? Se in queste attività dimostra un elevato livello di autonomia è un ottimo segno.

Bambini anticipatari: maturità cognitiva ed emotiva

Come intuire se il bambino sarà in grado di imparare a leggere, a scrivere e a contare senza incontrare particolari difficoltà? L’osservazione può essere d’aiuto.

Il piccolo sa rendersi conto se un panino è più grande di un altro? Si accorge se gli abbiamo dato un cioccolatino in più o in meno? Ed è in grado di raccontare adeguatamente un episodio verificatosi qualche giorno fa? O di disegnare un personaggio fedelmente dopo averne ascoltato la descrizione in una storia?

Se la risposta è affermativa siamo in presenza di una maturità cognitiva sviluppata. Se a questa corrisponde anche una maturità emotiva lo si capisce soprattutto valutando le reazioni del bambino dinanzi ai dinieghi. Se è in grado di canalizzare costruttivamente la frustrazione di un “no” allora vorrà dire che non avrà problemi ad affrontare l’impegno emotivo rappresentato dalla scuola.

Bambini anticipatari: il “gruppo classe” e l’esperienza

Prima di iscrivere un bambino alla primina è bene domandarsi se questi sia in grado di integrarsi con i compagni. Ancora una volta il suo modo di giocare e rapportarsi agli altri bimbi ci dà un suggerimento importante: se sa aspettare il suo turno, se ama condividere e collaborare allora la classe diventerà per lui un “habitat” naturale.

Bisogna però tenere ben presente che in particolare a quell’età, l’anno in meno rispetto ai compagni ha un peso. Abituato a primeggiare tra coetanei, il piccolo potrebbe soffrire l’anno di esperienza in meno rispetto ai più grandi. In questo caso bisogna stare attenti a non danneggiare l’autostima del bimbo, che, dinanzi a delle difficoltà troppo grandi, potrebbe scoraggiarsi fino a perdere l’entusiasmo per la scuola. Ultimo aspetto è quello legato all’esperienza… di vita.

Iscrivere un figlio alla primina significa di fatto privarlo di un anno di gioco e libertà, nonché di scoperta del mondo.

Ecco allora che per prendere la decisione più saggia può essere utile confrontarsi con le insegnanti della scuola dell’infanzia, con il pediatra e nel caso anche con esperti dello sviluppo e pedagogisti. Come si può intuire non si tratta di una decisione da prendere alla leggera!

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