I ricercatori dell’Ospedale pediatrico Bambin Gesù hanno pensato a una nuova tecnica utile per disinnescare la reazione immunitaria al trapianto di midollo per i bambini affetti da leucemia. Per i piccoli pazienti affetti da malattie immunologiche gravi, come ad esempio la leucemia, fare un trapianto di midollo osseo con donatore un genitore è sempre stato molto rischioso. Data l’urgenza dell’intervento, non sempre si trovavano casi compatibili dai registri internazionali dei donatori e quando si risaliva alla compatibilità, per i bambini non c’era più speranza.
La ricerca sul nuovo gene suicida
Con la nuova ricerca sul “gene suicida”, si potrebbe risolvere il problema. Spiega bene come funziona l’onco-ematologo Algeri: “Selezioniamo i linfociti del donatore che circa 14 giorni dopo il trapianto vengono modificati con l'infusione del gene suicida della caspase-9. Questo permette di ridurre il rischio di infezioni severe nei primi 3 mesi dopo il trapianto e di ridurre il rischio di ricaduta nei pazienti con leucemia acuta”.
Che cosa ci dice lo studio sui bambini affetti da leucemia
I ricercatori dello studio che ha coinvolto oltre all’Italia, Spagna, Gran Bretagna e Stati Uniti ha dato risultati incoraggianti. Dopo sei mesi di test, il tasso di mortalità causato dal trapianto è molto basso, solo del 5%.
“La sperimentazione – spiega Algeri - ha dimostrato un'efficacia del 100% e ci aspettiamo che le cellule del donatore modificato con il gene suicida, oltre ad abbattere la possibilità di infezione, possano nei pazienti leucemici ridurre il rischio che la malattia si ripresenti”.