Bambini che parlano da soli durante il gioco: tutti i vantaggi

Parlare da soli durante il gioco per molti bambini è assolutamente naturale.

Per tanto tempo, si è erroneamente attribuito a questa abitudine un qualche problema di tipo emotivo o peggio ancora psicologico. La realtà è assai diversa. Secondo ricerche effettuate da medici specialisti, infatti, parlare da soli durante un’attività ludica è sinonimo di grande intelligenza.

Il pensiero ad alta voce aiuta a coordinare lo sviluppo psichico, a prendere delle decisioni sicure e ben ponderate nel gioco come nella vita futura. Pertanto, i bambini che parlano da soli non vanno mai bloccati o rimproverati, ma anzi incoraggiati.

Situazioni frequenti in cui i bambini parlano da soli

I bambini al di sotto dei 10 anni d’età, durante il gioco, vengono spesso sorpresi a parlare da soli o meglio con un amico immaginario o con degli oggetti inanimati.

In tal caso, non vanno mai ripresi, perché a quanto pare, secondo uno studio condotto dallo psichiatra Luis Rojas Marcos, i soliloqui contribuiscono a dare un maggiore autocontrollo al piccolo, a migliorare il linguaggio e a sviluppare l’intelletto.

In genere, i bimbi parlano ad alta voce prima, durante e dopo aver svolto un’attività o un compito particolare. Così facendo, pianificano il proprio gioco, tenendo sempre attivi i neuroni e rimanendo concentrati in un impegno che per loro è di fondamentale importanza.

Tutti i vantaggi del parlare da soli

I monologhi, secondo la scienza, aiutano i bambini ad autostimolarsi, a trovare delle soluzioni ai problemi in maniera rapida ed efficace (sistema utile anche nella vita futura).

I bimbi, inoltre, imparano ad organizzare i pensieri secondo il buonsenso ed una logica ben precisa. Migliorano la comunicazione ed il linguaggio. Approfondiscono meglio la conoscenza di se stessi, si autocorreggono e, immedesimandosi in più personaggi, imparano sempre più vocaboli.

In sostanza, i bambini che parlano da soli, non sono da incriminare ma da incoraggiare. Il pensiero ad alta voce ha un’elevata connessione con l’intelligenza del bimbo. Per cui, più fa ricorso ad esso e più le sue opinioni saranno mature e precise.

Dialogare con un amico immaginario o con un oggetto non animato, stimola la sua fantasia che, al tempo stesso crea più personaggi con cui confrontarsi e verso cui provare empatia. Le creature dell’immaginazione gli danno l’opportunità di osservare le cose da più punti di vista e capire come una condizione può influire in maniera differente sul comportamento e l’emotività dei protagonisti delle sue articolate storie.

Insomma, parlando da solo, il bambino esprime i propri sogni, ma al tempo stesso sviluppa una grande capacità di pensiero e di autocontrollo, canalizzando adeguatamente le proprie emozioni, imparando a gestire la rabbia, la delusione e le sfuriate anche fuori luogo.

Parlare da solo quindi aiuta il bambino a crescere a 360 gradi, a maturare e a diventare grande consapevolmente.

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