L’amico immaginario di nostro figlio

Tra i 2 e gli 8 anni molti bambini (circa il 60%) parlano e giocano con un amico immaginario: nulla di strano dunque se vostro figlio preferisca alla vostra compagnia quella di un amichetto che in realtà non esiste. Lungi dall’essere un disagio si tratta di un fenomeno piuttosto diffuso e stimolante. Scopriamolo nel dettaglio.   

Amico immaginario: il compagno di giochi nella fantasia dei bimbi

Lo dicono anche gli psicologi: instaurare una profonda e solida amicizia con un amichetto immaginario non è “roba da pazzi”, tutt’altro. Sarebbero proprio i bambini più socievoli e dotati di una fervida fantasia ad avere un compagnetto invisibile che allieta le loro giornate.

Ma non finisce qui: coloro che danno vita a un amico immaginario, nella maggior parte dei casi, sono anche dotati di una migliore proprietà di linguaggio. Questa presenza costante, inoltre, aiuta il piccolo a crescere e a conoscere se stesso, favorendo in tal modo il confronto con gli altri.

Amico immaginario: a cosa serve?

A detta degli esperti inventare un amico immaginario talora è una strategia utile a sconfiggere alcune paure, come, ad esempio, quella del buio. A questo compagno di giochi, infatti, si attribuiscono qualità come il coraggio e la sicurezza in sé.

In altri casi il tenero compagno partorito dalla fantasia dei bambini, viene utilizzato come un confidente, una sorta di “caro diario” a cui affidare i propri segreti e le proprie emozioni.

Facciamo sedere a tavola l’amico immaginario?

Mamma e papà dovranno prendere parte al gioco dell’amico immaginario solo se sarà il bambino a chiederlo.

Non lasciate quindi di vostra spontaneità un posto libero a tavola per il nuovo ospite, ma lasciate prendere questa iniziativa al piccolo: solo lui, infatti, può fornire a mamma e papà la chiave per accedere al proprio mondo fantastico: rispettiamo quindi la volontà dei nostri bambini!

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14 commenti

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  1. Ok.. ma nel caso non fosse più immaginario? Quando cominciate a vedere su vostro figlio qualcosa che non aveva la notte prima? Quando ci sono danni evidenti in casa e sapere perfettamente che lassù in alto nemmeno con la scala e la sua statura potrebbe arrivarci? Questo è un articolo vero per metà. TTranquillizza quella parte fanciullesca del bimbo ma dall’ altra non rivela le oscurità che si celano molte volte. Parlo per Esperienza personale vista e per fortuna illesa ma mi sono cacata sotto nonostante viva di horror. Solo che li, non era horror. Era chiaro come fosse lì. Non è sempre bello. Quando avete il sentore che vostro figlio fa o dice cose che non riconoscete, non chiudete gli occhi, non dategli del pazzo. Fermatevi ad ascoltarlo. Così, vi reputeranno amici e non nemici.

  2. Il mio bambino lo aveva chiamato Wakitiki..ci parlava sempre,era sempre “presente”nei suoi giochi…fino a quando non è arrivata la sorellina:magicamente,così come è arrivato,se ne è andato!!!…ora non ricorda nemmeno che è esistito,se non attraverso i miei racconti e un po’ mi dispiace!